Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

martedì 29 novembre 2011

Sulla ricezione dei convertiti nella Chiesa Ortodossa

Dell’Archimandrita Amvrosij (Pogodin)

Un lungo (la materia è estremamente delicata e complessa) ma molto interessante saggio che traccia una panoramica esauriente su una materia estremamente dibattuta. Pubblicato in origine in Vestnik Russkogo Khristianskogo Dvizheniya (Messaggero del movimento cristiano russo) Parigi-New York-Mosca, n. 173 (I-1996) e 174 (II-1996/I-1997).

Nota storica

Questo saggio cerca di passare in rassegna il problema di come le persone provenienti da altre confessioni cristiane debbano essere ricevute in seno alla Chiesa Ortodossa. Può il battesimo degli eterodossi, conferito loro dalle proprie chiese, essere accettato se è fatto nello stesso spirito e comprensione con cui è conferito nella Chiesa Ortodossa (ovvero, per tripla immersione nel nome del Padre, del Figlio e del Santo Spirito)? Possono tali persone essere ricevute nella Chiesa Ortodossa mediante la rinuncia a tutte le eresie, la confessione della Fede ortodossa, e cresima per completare ciò che era mancante prima dell'accettazione della Fede ortodossa? Oppure, in altri casi, si dovrebbero ricevere le persone sulla base della rinuncia all'eresia, penitenza e confessione della Fede ortodossa? Oppure l'efficacia del mistero battesimale compiuto in tutte le chiese eterodosse dovrebbe essere rifiutata come carente di grazia? In tal caso, si dovrebbe ricevere tali persone nella Chiesa Ortodossa esclusivamente battezzandole e cresimandole?

venerdì 25 novembre 2011

Alcune modeste riflessioni sull’unione delle Chiese

Tratto da “La Lumiere du Tabor” n. 14 / 1987 - Traduzione italiana di Daniele Umberto Gandini
 
Uno scritto molto interessante del teologo greco Alexandros Kalomiros, tratto dalla sua opera "Contro la falsa unione". E' un saggio di estrema utilità per la comprensione dell'attuale sete indiscriminata di "dialoghi" di ogni genere e tipo e per un'attenta disamina dei problemi sorti con il movimento ecumenico.

1. La via della conoscenza

L’Ateismo, così come la Riforma, possono levarsi oggi contro l’Ortodossia, il loro attacco però è fondato sul disprezzo. Attaccano l’Ortodossia perché la osservano secondo la loro ottica, secondo la loro mentalità e la considerano una variante del Cattolicesimo. Questo fatto non è dovuto ad un atteggiamento cattivo, ma ad una totale incapacità di giudicare con criteri diversi e di pensare con una mentalità diversa. Il Cattolicesimo, il Protestantesimo e l’Ateismo sono allo stesso livello. Sono i prodotti della stessa mentalità; tutti e tre sono sistemi filosofici, prodotti del razionalismo, cioè della regola che fa della ragione umana il fondamento della certezza, la misura della verità, la via della conoscenza. L’ortodosso è ad un altro livello e la sua mentalità è del tutto differente. Per lui la filosofia è una via senza uscita che non ha mai portato alla certezza, alla verità, alla conoscenza. L’ortodosso rispetta la ragione umana più di ogni altro e non la trasgredisce; essa è per lui uno strumento utile per svelare la menzogna, per scoprire l’errore, ma non è mai sufficiente per dare la certezza, per illuminare e mostrare la Verità e per condurre alla conoscenza. La conoscenza è la visione di Dio e della sua creazione in un cuore purificato dalla grazia divina e dalle preghiere dell’uomo: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.

martedì 22 novembre 2011

Due studi interessanti di un liturgista cattolico: Klaus Gamber - 2 - Verso il Signore

Da "Notizie". Periodico dell'associazione italiana Una Voce edito dalla Sezione di Torino n° 116, 1987, pp. 1-4

Nella Chiesa primitiva e durante il Medioevo, fu norma rivolgersi a oriente durante la preghiera. Dice sant'Agostino: "Quando ci alziamo in piedi per la preghiera, ci volgiamo a oriente, da dove s'innalza il cielo, non come se ivi soltanto fosse Dio, e avesse abbandonato le altre parti del mondo ..., ma perché lo spirito si innalzi a una natura superiore, ossia a Dio".

Queste parole del Padre africano mostrano che i cristiani, dopo l'omelia, si alzavano per la preghiera successiva e si volgevano a oriente. A quest'atto allude sempre Agostino concludendo le sue omelie con la formula fissa conversi ad Dominum ("rivolti al Signore").

sabato 19 novembre 2011

Due studi interessanti di un liturgista cattolico: Klaus Gamber - 1 - La celebrazione "versus populum"

Da "Instaurare omnia in Christo", 2/1990, pp. 4-6. Titolo originale Die Zelebration "versus populum", in Ritus modernus. Gesammelte Aufsätze zur Liturgiereform ["Studia patristica et liturgica 4"] Regensburg, Pustet, 1972, pp. 21-29. Traduzione italiana di Fabio Marino.

Nelle sue Direttive per la disposizione della casa di Dio secondo lo spirito della liturgia romana del 1949 Th. Klauser rilevava che "diversi indizi inducono a ritenere che nella chiesa del futuro il sacerdote riprenderà il suo posto di un tempo dietro l'altare e celebrerà rivolto verso il popolo come ancor oggi avviene nelle antiche basiliche romane: il desiderio ovunque manifesto di esprimere con maggiore evidenza la comunione della mensa eucaristica sembra esigere una tale soluzione" (n. 8).

martedì 15 novembre 2011

Ecumenismo e Tradizione

Padre Paisios del Monte Athos: "Si deve portare rispetto per la Tradizione"

«Molti santi Martiri, quando non conoscevano il dogma, dicevano: «Credo a tutto quello che i Santi Padri hanno decretato». Se qualcuno affermava questo, veniva martirizzato. Costui non sapeva portare delle prove ai persecutori della sua fede né sapeva convincerli, ma aveva fiducia nei Santi Padri. Pensava: «Come posso non avere fiducia nei Santi Padri? Loro che sono stati più esperti, più virtuosi e santi! Come posso accettare una stupidità? Come posso tollerare qualcuno che insulta i Santi Padri?».

venerdì 11 novembre 2011

Dalle "Regole più ampie" di san Basilio il Grande, vescovo di Cesarea di Cappadocia

Cosa daremo in cambio al Signore per tutto quello che ci dà?

Quale lingua potrebbe mettere nel dovuto risalto i doni di Dio? Il loro numero infatti è così grande da sfuggire a qualunque elenco. La loro grandezza, poi è tale e tanta, che già uno solo di essi dovrebbe stimolarci a ringraziarne senza fine il donatore.

Ma c'è un favore che, pur volendolo, non potremmo in nessun modo passare sotto silenzio. Non potrebbe infatti essere ammissibile che una persona qualsiasi, fornita di mente sana e capace di riflessione, non facesse parola alcuna, sia pure molto al di sotto del dovere, dell'insigne beneficio divino, che stiamo per ricordare.

martedì 8 novembre 2011

Benvenuti!

Un caloroso benvenuto ai visitatori di questo blog.
Questo spazio è in allestimento. Vi chiedo quindi di avere un po' di pazienza nell'attesa di "arredarlo".

Marco, blogmaster