Tratto da I Padri apostolici, traduzione, introduzione e note a cura di Antonio Quacquarelli, Roma Città Nuova,1998
Saluto
Figli e figlie, nel nome del Signore che ci ha amati, vi saluto nella pace. Grandi e ricchi sono i decreti di Dio su di voi. Al di sopra di ogni cosa mi rallegro immensamente per le vostre anime beate e gloriose. Avete ricevuto la grazia del dono spirituale che si è così radicata in voi. Perciò ancor di più mi rallegro nella speranza di essere salvato perché vedo veramente che lo spirito della sorgente abbondante si è diffuso su di voi. Mi ha veramente colpito la vostra visita da me desiderata. Sono convinto e persuaso intimamente di ciò perché ho parlato molto con voi. Il Signore ha camminato con me nella via della giustizia e mi sento spinto anch’io a questo, ad amarvi, cioè, più della mia stessa anima. Una grande fede e amore abitano in voi nella speranza della vita. Considerando, dunque, che se mi preoccupo di parteciparvi ciò che ho ricevuto avrò ricompensa per il ministero prestato, mi sono premurato di mandarvi una breve lettera perché voi oltre la fede possiate avere una precisa conoscenza. Tre sono i precetti del Signore: speranza di vita, inizio e fine della nostra fede; giustizia, inizio e fine del giudizio; carità, testimonianza di gioia e di letizia delle opere compiute nella giustizia. Il Signore mediante i profeti ha fatto conoscere le cose passate e le presenti facendoci assaporare le future. Noi, vedendo che si realizzano una ad una le cose, come egli aveva detto, dobbiamo progredire nel suo timore nella forma più generosa e più elevata. Non come un maestro, ma come uno di voi, vi spiegherò poche cose per le quali potrete rallegrarvi nelle attuali circostanze.