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lunedì 18 marzo 2013

Omelia del Metropolita Emanuele di Francia, Locum Tenens del Trono esarcale, per la Domenica del Perdono. Domenica 17 Marzo 2013

Tenuta alla Cattedrale di Sant’Alexander Nevsky ieri, domenica 17 Marzo 2013. Dal sito del Decanato d'Italia dell'Esarcato.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,

Siamo ormai alle porte della Quaresima. I santi quaranta giorni si profilano davanti a noi. È quindi il momento del pentimento, dell’ascolto, della preghiera, del digiuno e del perdono. Le ultime domeniche che si sono succedute hanno tutte una dimensione preparatoria che non termina quando entriamo nella grande Quaresima, ma la cui prospettiva ci invita a camminare verso il Cristo risorto, con Cristo risorto, lui che è «la via, la verità e la vita». Noi chiamiamo comunemente la domenica che precede l’entrata nella Grande Quaresima, «Domenica del Perdono». Nella coscienza spirituale della Chiesa ortodossa intera, la Quaresima come tempo, ma anche come pratica del digiuno, della preghiera, è inseparabile dal perdono. Domandandoci reciprocamente perdono, è dal Cristo che noi sollecitiamo il perdono dei nostri peccati, della nostra mancanza di amore. Per San Giovanni di Kronstadt: «Non avere il desiderio di chiedere perdono mostra la nostra poca fede, la presunzione, la disobbedienza al Vangelo, la resistenza a Dio, la complicità con il Diavolo.

Così, la mia presenza in mezzo a voi oggi, ha lo scopo di pacificare e rassicurare. La storia dell’Esarcato è tanto ricca quanto complessa. Si è formata in uno sforzo di resistenza al totalitarismo e di conservazione di una tradizione spirituale fatta di fede, di pietà e di intelligenza. Pertanto, capisco perfettamente le vostre preoccupazioni quando avete appreso dal comunicato della riunione del Consiglio dell’Arcivescovado del 6 marzo 2013 che la prossima assemblea generale straordinaria non sarà più volta alla elezione del vostro nuovo Arcivescovo. Al fine di ripristinare una parvenza di verità all’interno del frastuono, in particolare su Internet, causato da tale decisione, è mia responsabilità di spiegarvene le ragioni. Effettivamente, nel corso della riunione del Consiglio dell’Arcivescovado del 13 febbraio 2013, una lista di tre candidati è stata stilata, ma senza raccogliere un consenso perfetto tra i membri del Consiglio. In tutta coscienza, rispettoso degli statuti in vigore nell’Esarcato, io non ero in grado di firmare l’elenco dei candidati in quelle condizioni.

Inoltre, il mio ufficio di locum tenens, che consiste soprattutto nella organizzazione delle elezioni del nuovo Arcivescovo, mi obbliga a garantire che queste elezioni siano perfettamente trasparenti, inattaccabili sul piano giuridico e canonico, per preservare nel miglior modo l’integrità del vostro Arcivescovado. A mio parere, le condizioni di una tale integrità non erano soddisfatte. Quindi, durante un’udienza con Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, prendendo atto della mancanza di consenso sui candidati, quest’ultimo ha presentato una proposta per consentire temporaneamente la creazione di condizioni favorevoli in vista di una elezione in debita forma di un Arcivescovo legittimo. Pertanto, la proposta di Sua Santità il Patriarca è prima di tutto espressione della cura pastorale nei confronti di una delle sue entità ecclesiali. Il Patriarcato Ecumenico è dunque nel suo ruolo garantendo il vincolo della comunione ecclesiale, al fine di meglio tutelare le specificità dell’Esarcato.

Sì, le elezioni per un nuovo Arcivescovo saranno organizzate in un futuro prossimo. Non posso dirvi esattamente quando, dato che la decisione sarà presa di concerto con il Patriarcato Ecumenico e il Consiglio dell’Arcivescovado. Tuttavia, l’invito rivoltovi di scegliere un vescovo vicario, che sarà il mio ausiliario fino alla elezione del nuovo Arcivescovo, assicura la continuità nella gestione del culto. Come abbiamo sempre fatto, continueremo a rispettare la tradizione liturgica e spirituale che voi rappresentate. Continueremo a rispettare il Tomos patriarcale del 1999 e gli statuti dell’Esarcato.

La vostra tradizione è russa di origine. È un fatto del quale siamo consapevoli e di cui ci rallegriamo. Ma essa supera i limiti del solo mondo slavo, dal momento che questa tradizione si incarna come un modello per riunire in una sola parrocchia fedeli di origini molto diverse. La vostra tradizione liturgica permette quindi di integrare la realtà multietnica dell’Ortodossia in Francia. Inoltre, anche all’interno della nostra Metropolia abbiamo parrocchie che seguono il typikon slavo, proprio per i motivi che ho appena citato, in quanto facilita la coesistenza di ortodossi di varie origini. Vorrei pensare che questa tradizione, soprattutto quando si tratta delle nostre comunità della diaspora, non sia appannaggio di alcuni, bensì l’eredità di tutti i fedeli.

Infine, vorrei assicurarvi che io non sono qui per snaturare l’Esarcato e ancor meno per annetterlo. Credetemi, le mie varie attività sono abbastanza per me. Tuttavia, quando avete suggerito che io fossi nominato locum tenens, mi avete manifestato la vostra fiducia e io non voglio deludervi compiendo la mia missione solo a metà. Ve lo dissi già a gennaio e lo ripeto oggi: «l’Esarcato ha una posizione molto speciale all’interno del Patriarcato Ecumenico e dell’Ortodossia. Siatene consapevoli e orgogliosi. Voi siete i custodi di un patrimonio spirituale che dobbiamo continuare a far fruttare, come nella parabola dei talenti».

Vi invito ad avere fiducia e coraggio, meditando su queste parole di Sant’Ignazio Brianchaninov, quando ci chiederemo perdono ed entreremo nella grande e santa Quaresima di Pasqua: «Perdoniamo ai nostri padri ei nostri fratelli, vicini o lontani, vivi o morti, tutte le offese e tutti gli insulti che ci hanno fatto, come se non fossero dolorosi da sopportare».

Amen e che Dio vi benedica!

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