Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

venerdì 28 giugno 2013

Cenni di storia dell’Ortodossia

Dell’Archimandrita Placide Deseille

La Chiesa indivisa del primo millennio

I primi tre secoli della Chiesa sono stati contrassegnati da fatti importanti: la notevole espansione del cristianesimo nell’Impero romano, e la feroce persecuzione dei cristiani in determinati periodi, fino alla proclamazione dell’Editto di Milano nell’anno 313.

Gli apostoli e i loro primi successori fondarono molte chiese nelle città principali dell’Impero romano. In ogni città c’era una comunità cristiana di base, presieduta da un vescovo che, nominato originariamente dagli apostoli, era aiutato da presbiteri e diaconi. Questo tipo di organizzazione dal triplo ministero già verso la fine del I secolo era ben consolidato; se ne fa menzione nelle lettere scritte verso il 107 da Sant’Ignazio, vescovo di Antiochia, mentre si recava a Roma dove sarebbe stato martirizzato. Sant’Ignazio fu il primo ad esprimere chiaramente che la comunità cristiana locale è Chiesa, idea che rimane il cuore della concezione ortodossa della Chiesa.

domenica 23 giugno 2013

La Festa di Pentecoste

di Padre A. Schmemann, 1974 - Tradotto per Tradizione Cristiana da E. M.

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50 GIORNI DOPO LA PASQUA

Nell’annuale ciclo liturgico della Chiesa, la Pentecoste è “l’ultimo e grande giorno”. È la celebrazione da parte della Chiesa della venuta del Santo Spirito come la fine – la realizzazione e il compimento – di tutta la storia della salvezza. Per lo stesso motivo, tuttavia, è anche la Celebrazione dell’inizio: è il “compleanno” della Chiesa come presenza in mezzo a noi del Santo Spirito, della vita nuova in Cristo, della grazia, delle conoscenze, dell’adozione di Dio e della santità.

giovedì 20 giugno 2013

Pensieri sulla Pasqua, l’Ascensione e la Pentecoste

Di San Justin Popovic

Da “Tajne Vere i Zivota”, Krnjevo 1977; trad. A. S. - In “Messaggero Ortodosso”, Roma, 1986, giugno-luglio n. 6-7, p. 1-8.

Il mistero della discesa del Salvatore nell’Ade ed il mistero della salvezza

Il Signore Gesù Cristo nella sua divino-umana economia della Salvezza ha compreso tutti gli esseri umani non solo della sua epoca, ma anche del passato e del futuro. In tal modo egli è diventato il Salvatore di tutto il genere umano ed ha ottenuto il diritto di chiamarsi con questo nome. Sono vere le parole di sant’Ireneo: “Il Cristo è venuto non solo per quelli che all’epoca di Tiberio crederono in lui, ed il Padre non provvide solo per coloro che vivono adesso, ma per tutti gli uomini insieme, che dall’inizio temevano Dio e lo amavano, si comportavano rettamente e con devozione nei riguardi del loro prossimo e desideravano vedere il Cristo ed ascoltare la sua voce”.

La discesa del Salvatore nell’Ade, dove si trovano le anime di quanti vissero e morirono prima della sua venuta in questo mondo, era naturale, necessaria e logica. Ed il Salvatore scese nell’Ade con la sua anima umana, mentre il suo corpo giaceva morto nella tomba. La sua discesa nell’Ade egli accompagnò con la predicazione dello stesso Evangelo che aveva annunciato sulla terra. Poiché lo stesso Evangelo vale per tutti gli esseri umani in entrambi i mondi, sia nel mondo della vita terrena che in quello della morte, nell’Ade. L’apostolo Pietro dice chiaramente che il Salvatore predicò alle anime nell’Ade il suo Evangelo della Salvezza.

domenica 9 giugno 2013

Dalla “Omelie sugli Atti degli Apostoli” di san Giovanni Crisostomo

Mostraci, Signore, chi hai designato…

«In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse...» (At 1, 15). Dato che era il più zelante e gli era stato affidato da Cristo il gregge, e dato che era il primo nell'assemblea, per primo prende la parola: Fratelli, occorre scegliere uno tra noi (cfr. At 1, 21-22). Lascia ai presenti il giudizio, stimando degni d'ogni fiducia coloro che sarebbero stati scelti e infine garantendosi contro ogni odiosità che poteva sorgere. Infatti decisioni così importanti sono spesso origine di numerosi contrasti.

E non poteva essere lo stesso Pietro a scegliere? Certo che poteva, ma se ne astiene per non sembrare di fare parzialità. D'altra parte non aveva ancora ricevuto lo Spirito Santo. «Ne furono proposti due, Giuseppe, detto Barsabba che era soprannominato Giusto, e Mattia» (At 1, 23). Non li presentò lui, ma tutti. Lui motivò la scelta, dimostrando che non era sua, ma già contemplata dalla profezia. Così egli fu solo l'interprete, non uno che impone il proprio giudizio. Continua: Bisogna, dunque, che tra questi uomini che sono radunati con noi... (cfr. At 1, 21). Osserva quanta oculatezza richieda già nei testimoni, anche se doveva ancora venire lo Spirito. Egli comunque tratta con grande diligenza questa scelta.