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lunedì 19 agosto 2013

Egitto, intervista a Padre X: "L'Occidente non ha capito nulla, l'esercito difende il popolo"

Di Andrea Purgatori – Pubblicato il 18/8/2013 su Huffington Post

egitto intervista

Un Paese che rischia la guerra civile, una minoranza violenta che non accetta di aver perduto il potere, bande armate pronte a ogni devastazione e l’Occidente che come al solito non capisce e non si schiera con la maggioranza pacifica della popolazione che vuole una transizione verso la democrazia. Ecco l’analisi controcorrente dal Cairo di padre X, islamista e profondo conoscitore della realtà egiziana (non facciamo il suo nome per motivi di sicurezza personale).

Cosa sta succedendo in Egitto, padre?

Quello che l’informazione occidentale deviata non racconta.

In che senso?

Si parla solo dei Fratelli musulmani e non di tutto il resto. Di quello che è successo prima e dopo.

Al Cairo e non solo è in corso uno scontro armato tra la fratellanza e l’esercito. Di questo si parla adesso.

Voluto da chi? Non ve lo siete domandati? Scrivete di golpe militare in una maniera molto superficiale. Non avete visto che trenta milioni di egiziani sono scesi per tre volte in piazza per chiedere il cambiamento? L’esercito sta facendo la sua parte per salvare il paese dalla devastazione. E la legittimità sta con quel popolo, pacifico.

Non era legittima anche la vittoria di Morsi?

Era un cinquantuno per cento molto discutibile. Comunque, quando un presidente diventa un dittatore, secondo voi rimane legittimo?

Lei parla dei Fratelli musulmani come di una minoranza.

Ma certo. Hanno vinto, poi hanno preso delle misure che hanno ribaltato tutto. Una costituzione approvata dal 16 per cento della popolazione è ridicola. Infatti il paese stava andando verso una dittatura che aveva completamente cancellato ogni possibilità di opposizione.

Illegittima dal punto di vista dei numeri, questo sta dicendo?

Dal punto di vista di qualsiasi legge internazionale. L’Occidente sta dimostrando di non avere alcun senso della democrazia, a cominciare dagli Stati Uniti. Perché è evidente che quando un presidente diventa un dittatore è delegittimato.

Quindi le prese di posizione a favore dei Fratelli musulmani da parte di Obama, dell’Unione europea e delle monarchie del Golfo secondo lei sono mosse superficiali?

Io non so cosa ci sia dietro. Forse dei grossi interessi. Lo dicono tutti.

O la paura di inimicarsi quelli che potrebbero vincere?

Non so. Non mi interessa. Io valuto quello che vedo. E quei trenta milioni di egiziani in piazza per tre volte contro un presidente che aveva avocato a sé tutti i poteri sono un fatto incancellabile. Quindi, onore a quel popolo che ha saputo dimostrare il proprio dissenso senza alcuna forma di violenza.

Si rischia una guerra civile?

Certo, hanno tirato di proposito la corda con l’obiettivo di andare allo scontro in piazza. La violenza è venuta solo dall’altra parte.

Dai Fratelli musulmani.

Leggo i giornali e sembra che qui l’esercito si diverta a massacrare la gente. È una descrizione della situazione assolutamente abnorme. Nel ponte qui vicino stanno cercando di fermarli perché sono dei devastatori. Hanno bruciato case, biblioteche, ministeri… ma non lo vedete?

Rischiano molto i cristiani in questo momento?

Questo non è un movimento pacifico, ma lo si sapeva. E si sapeva anche che c’erano bande pronte a tutto. Che, come al tempo delle nostre dittature, ora spargono il terrore tra la gente. Chiese o moschee non fa differenza.

C’è una via d’uscita?

Lo spero. Spero che ci sia ancora gente di buona volontà che abbia il coraggio di prendere in mano le redini del Paese. Civili, tecnici, uomini e donne che hanno a cuore le sorti di questo meraviglioso Paese. I segnali ci sono, e la spaccatura all’interno della fratellanza che ha generato il movimento dei Fratelli senza violenza lo dimostra.

Ma El Baradei perché non ce l’ha fatta?

Ah, questo non lo so. Affari suoi.

Quanti sono i Fratelli musulmani?

Difficile dirlo. Quando hanno vinto le elezioni politiche erano il sessanta per cento, adesso posso rispondere che con la loro politica dittatoriale sono stati capaci di far scendere in piazza trenta milioni di oppositori.

Ci sono forze esterne che vogliono il caos?

Ci sono, qui e in tutto il Medio Oriente.

Qualcuno dice che quello che sta succedendo è il trionfo di Mubarak.

I dittatori dicono sempre così.

Riesce a girare tranquillamente per il Cairo, padre?

No, ora no. Ma la gente ha bisogno di lavoro e la mattina il traffico riprende per forza di cose. Sono due anni che questo paese è in ginocchio.

Fino a che punto possono stare tranquilli gli stranieri?

Eh, beh… siamo ancora alla mercé di queste bande armate che possono fare quello che vogliono.

C’è qualcosa che vuole aggiungere, padre?

Non a lei. È alla Bonino che mi piacerebbe dire due parole…

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