Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

mercoledì 18 settembre 2013

Medioevo e Rinascimento - La scienza bizantina e latina (la nascita di una scienza europea): LA MUSICA

Da: Treccani

di Christian Meyer

1. Osservazioni di carattere generale

La musica, come scienza e rappresentazione del mondo, attingeva i suoi concetti più importanti alla fonte delle costruzioni astratte del De institutione musica di Boezio (480 ca.-524/525), di alcuni brani dei Commentarii in Somnium Scipionis di Macrobio e infine delle enciclopedie di Marziano Capella (prima metà del V sec.), Cassiodoro (490 ca.-580 ca.), e Isidoro di Siviglia (560-636 ca.). Mentre l'impegno dei lettori altomedievali era diretto fondamentalmente alla spiegazione del testo di Boezio, la produzione teorica del periodo tra il IX e il XII sec. sviluppava, avvalendosi degli strumenti matematici ereditati dalla Tarda Antichità, un apparato concettuale inteso a imporre un ordinamento razionale alla pratica musicale. Ciò facendo, la teoria della musica dell'Alto Medioevo si caratterizzò principalmente per il tentativo di razionalizzare l'altezza del suono imperniato sulla costruzione dei sistemi acustici. I numerosi trattati dedicati alla divisione del monocordo, alla misura delle canne dell'organo o anche alla costruzione dei carillon si collocavano in una prospettiva pratico-teorica; la costruzione geometrica della scala dei suoni su un corpo sonoro, proposta in questi trattati, tendeva sempre, in definitiva, a mettere in evidenza le strutture interne al sistema acustico stesso. Questa dimensione pratico-teorica del discorso musicale fu poi rinnovata nel corso della seconda metà del XIII sec. con la comparsa di nuovi paradigmi scientifici e lo sviluppo di nuove tecniche musicali, tra cui, in particolare, la notazione dei valori di durata e la crescente complessità del canto polifonico.

domenica 15 settembre 2013

Ordinazione di un nuovo sacerdote per il Decanato d’Italia

Dal sito del Decanato d'Italia dell'Esarcato

Domenica 15/2 settembre, S. Em. il Metropolita Emanuele, Esarca del Patriarca ecumenico, ha ordinato al sacerdozio il diacono Constantin Popa, durante la Divina Liturgia celebrata alla cattedrale St. Alexander Nevsky di Parigi. Padre Constantin svolgerà il suo ministero nella comunità di San Giovanni Crisostomo a Busto Arsizio, dove ha servito come diacono per un anno.

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Dal "Commento sul salmo 118" di sant'Ambrogio di Milano

Santo è il tempio di Dio, che siete voi

"Io e il Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14, 23). Sia aperta a colui che viene la tua porta, apri la tua anima, allarga il seno della tua mente perché il tuo spirito goda le ricchezze della semplicità, i tesori della pace, la soavità della grazia. Dilata il tuo cuore, va' incontro al sole dell'eterna luce "che illumina ogni uomo"(Gv 1, 9).

Per certo quella luce vera splende a tutti. Ma se uno avrà chiuso le finestre, si priverà da se stesso della luce eterna. Allora, se tu chiudi la porta della tua mente, chiudi fuori anche Cristo. Benché possa entrare, nondimeno non vuole introdursi da importuno, non vuole costringere chi non vuole. Nato dalla Vergine, uscì dal suo grembo irradiando la sua luce sulle cose dell'universo intero, per risplendere a tutti.

giovedì 12 settembre 2013

Dalle Omelie di San Giovanni Crisostomo

Sulla Prima Lettera ai Corinti

Il calice della benedizione è comunione con il sangue di Cristo.

[…] Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? Che dici, o beato Paolo? Volendo far vergognare l’ascoltatore, ricordando i venerandi misteri, chiami calice di benedizione quel tremendo e terribile calice? Sì, giacché ciò che si dice non è cosa di poco conto. E quando dico benedizione, intendo mostrare tutto il tesoro della magnanimità di Dio, ricordando tutti i suoi grandi doni. Anche noi, infatti, considerando nel calice tutti gli ineffabili benefici di Dio e tutti i beni di cui godiamo, lo offriamo ed entriamo in comunione con lui ringraziando Dio di aver liberato dall’errore il genere umano, di aver avvicinato quelli che erano lontani e di aver costituito suoi fratelli ed eredi quelli che nel mondo erano atei e senza più alcuna speranza. E così noi ci accostiamo alla sacra mensa, dando grazie al Signore per essi e per tutti gli altri.

venerdì 6 settembre 2013

L’interpretazione cristiana dei Salmi

Dell’Archimandrita Placide Deseille

La “rilettura” cristiana della Bibbia

Nel commentare la Scrittura lo scopo che si prefiggevano i Padri non era quello di determinare il significato originario dei testi, tenendo conto dello stato delle dottrine al tempo della loro redazione, né di estrapolare il messaggio che contenevano per i contemporanei dei profeti e degli scribi ispirati. In ciò, l’esegesi dei Padri si differenzia profondamente dalla critica storica contemporanea. Certo, sanno che quei testi si inseriscono in una storia, all’occasione ne precisano, soprattutto gli Antiocheni, il Sitz im Leben, la collocazione nella vita dell’antico Israele, e la loro interpretazione non è affatto così ingenua come alcuni sarebbero indotti a pensare. Ma per loro la Bibbia è essenzialmente una parola che Dio rivolge oggi alla Chiesa di Cristo. Questo è il motivo per cui la loro attenzione si rivolge innanzitutto alla reinterpretazione che fattane dagli Apostoli e dalla Chiesa delle origini; in questo solco si collocano i loro commenti.

domenica 1 settembre 2013

Messaggio del Patriarca ecumenico per l’indizione del nuovo anno ecclesiastico

Dal Sito del Decanato dell'Esarcato d'Italia

+ B A R T O L O M E O


PER GRAZIA DI DIO
 ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
 E PATRIARCA ECUMENICO


A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA GRAZIA E PACE
DAL CREATORE E CONSERVATORE
DI TUTTO IL CREATO
IL SIGNORE E DIO E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO

S.S. Bartolomeo I

Detti dei Padri del deserto

Un fratello visitò l'abate Pastor e gli disse: «Mi vengono molti pensieri e mi mettono in pericolo». L'anziano lo portò allora all'aria aperta e gli disse: «Distendi il tuo abito e chiudici dentro il vento!» Il fratello gli rispose: «Questo non lo posso fare!». «Dunque», rispose l'anziano, «se non puoi far questo, ancor meno potrai impedire il sorgere di quei pensieri; ma ciò che puoi fare è resistere loro».

Disse un anziano: «L'umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti».

Fu domandato a un anziano: «Che cosa è l'umiltà?». Egli disse: «Che, se tuo fratello pecca contro di te, tu lo perdoni prima che egli ti testimoni il suo pentimento».

Un fratello disse a un anziano: «Se un fratello mi rivolge parole profane, mi permetti tu, Abba, di dirgli di non farlo?». L'anziano gli disse: «No». E il fratello disse: «Perché?». L'anziano disse: «Poiché neppure noi siamo capaci di osservare questo, e c'è da temere che, dicendo al prossimo di non farlo, siamo trovati noi in procinto di farlo». Il fratello disse: «Che si deve dunque fare?». L'anziano gli disse: «Se sappiamo tacere, l'esempio basta al prossimo».