Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

venerdì 25 ottobre 2013

La Santa Sofia

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“Quando mi dissero: ‘andremo alla casa del Signore’, il mio spirito si è rallegrato e il mio cuore ha esultato” (cfr. Sal 121, 1), cantò Costantino, divenuto poi San Cirillo, malato e stanco. Fu allora che ebbe dal Signore il dono di una meravigliosa visione: in un prato delle giovani ragazze danzavano, ma una in particolare gli apparve bellissima e degna d’essere amata. La scelse così come sposa. Lei, accortasi del grande amore del giovane Costantino, gli svelò il suo nome: “Sofia”. Costantino le giurò amore per tutta la vita, divenendo così φιλόσοφο (filosofo), dall’unione delle parole φιλειν (filèin), "amare", e σοφία (sofìa), "sapienza".
 
Il giorno dopo Costantino vestì il santo abito monastico ed assunse il nome di Cirillo. “Da questo momento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen", proclamò Cirillo. Intensi furono i rapporti di Cirillo con il patriarca Fozio, fin tanto che, dopo essere stato ordinato diacono, partì per l’evangelizzazione dei paesi slavi. Il giovane, da autentico innamorato, riuscì a trasmettere il proprio amore per la Sofia ai popoli slavi convertiti al cristianesimo, stimolando in essi un particolare rapporto con la Creatura sapienziale, al punto da consacrarle le loro prime chiese a Kiev, Novgorod, Polotzk ed in molte altre località.

A partire dalla visione avuta in Egitto, fino al giorno in cui si ricongiunse al Padre, Cirillo meditò assiduamente sulla Sofia nei suoi saggi e temi e la decantò come regina divina e come diletta nelle sue accese poesie. Nel capitolo 8 dei Proverbi, si legge come Dio abbia creato la Sapienza prima fra tutte le Sue creazioni, all’origine dei tempi “αρχη” (principio) della Creazione: “Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora. Dall'eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra” (Prov. 8, 22-23). La nuova creatura è tutta donata a Dio, domina il cosmo e prende dimora in tutti e in tutto. “allora io ero con Lui come architetto ed ero la Sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a Lui in ogni istante;”(Prov.8, 30). La Sapienza viene donata da Dio stesso come sommo atto d’amore al genere umano “ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo” (Prov 8, 31), e abita in mezzo al popolo santo di Dio e in Sion, e passa di generazione in generazione alle anime sante.
 
La Sapienza sarà la creatura di Dio che non cadde e non cadrà mai nell’errore, come accadde ad alcuni angeli o all’uomo stesso. Ella non tradirà mai il suo Creatore ed in Essa abiterà sempre la Gloria del Signore.
Le credenze precristiane dei popoli slavi unitamente alla venerazione per la “Madre Terra” contribuirono a conferire alla Sofia lineamenti femminei. In suo onore furono elevate le chiese più grandi del periodo dell’evangelizzazione slava, e la stessa Santa Sofia in Costantinopoli. Tutte queste chiese hanno il loro patrocinio nelle principali festività della Madre di Dio (8 settembre, la sua nascita, 15 agosto, la sua dormizione).
 
Nella tradizione cristiana Solov’ev identifica la Sofia nella donna “Sapienza”, che si presenta nella seconda metà dell’Antico Testamento, ove viene con una certa frequenza nominata. Come se, attraverso la Sofia si volesse in modo coerente ed organico introdurre la figura del Redentore. Si noti ancora come la tradizione cristiana vuole che questi libri siano letti nelle liturgie delle festività mariane nella chiesa d’Oriente e d’Occidente. In questi libri la Sapienza si rivela come la sposa diletta di Dio, gioia di Dio e degli uomini, dimora della presenza di Dio tra gli uomini, ad essa si riferiscono tutte le altre figure dell’Antico Testamento come “Sion, la figlia vergine”, “Gerusalemme” e specialmente la figura della Sposa nel Cantico dei Cantici.

Il volto della Sapienza splende senza dubbio nella Chiesa Universale. La Chiesa si orienta alla preminenza dello Spirito di Dio e da Esso è santificata. In questo modo la Chiesa guida il mondo sulla via della realizzazione e venuta del regno di Dio, “dal regno di grazia al regno di gloria, nel cuore della storia e al di là dei suoi confini”(Serghej N. Bulgakov). La Chiesa è sulla terra la "custode" della santità del mondo. La santità è la caratteristica ed al contempo la forza della Chiesa, nella santità si esprime la vera divinizzazione dell’umanità, l’innesto di elementi divini nella vita naturale.
 
La Sofia si rivolge in modo particolare al genere umano: “A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell'uomo è diretta la mia voce.”(Prov. 8, 4). Solov’ev sostiene che nel genere umano, nella sua sacrale natura divinizzata nella Chiesa, la Sofia trova finalmente l’attuazione della sua incarnazione. La Sofia pertanto si manifesta all’umanità in Gesù “l’essere divino-umano uno e allo stesso tempo trinitario, nel quale si realizza l’unità mistica dell’uomo (dell’umanità) con Dio”. Continua Solov’ev “Come centrale e personale ‘rivelazione’ della Sofia appare nel mondo il Logos incarnato, il Figlio di Dio Gesù Cristo, con il completamento femminile della Santa Vergine, Madre di Dio, e in estensione universale della Chiesa” (XI 308).  In questo modo, l’intera umanità è in unione con Dio, perché se è vero che solo l’uomo-Dio Gesù è in perfetta unità con Dio (Ologramma eterno), allora attraverso Lui anche la Santa Vergine è in unione con Dio (Consubstantialis Patri secundum divinitatem, consubstantialis Matri secundum humanitatem, Papa Leone il Grande), quindi anche la Chiesa (Corpo mistico di Gesù) è in unione con il Padre. I Tre in effetti sono nell’Uno. Ed è per questo che la “Sapienza” della Scrittura gioì nel vedere dispiegarsi il suo disegno.
 
Sophia
 

L'icona

Secondo Solov'ev, l’Icona della Sofia non ha un archetipo greco, ma risulta come un frutto originale della meditazione Slava. Nell’immagine appare chiaro un asse verticale che si muove da Dio verso il creato, passando attraverso Cristo e giungendo alla Sua prima Creatura: la “Sofia”. E’ interessante notare come le figure del Cristo e della Sua Santa Madre siano separate dalla Sofia. La sapienza siede su un trono riccamente decorato e poggia i suoi piedi sul mondo. "A me appartiene il consiglio e il buon senso, io sono l'intelligenza, a me appartiene la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i magistrati emettono giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia "(Prov. 8,14-16). Secondo i Padri greci, il cristiano scopre la posizione sovrastante della Sofia perché ne scorge un riflesso in tutti gli esseri che il Divino Amore ha voluto creare.
Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e come nube ho ricoperto la terra.
Io ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
Ho percorso da sola il giro del cielo,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
(Siracide 24, 3-6)
La Sofia è rappresentata come una creatura angelica "infuocata" dotata di grandi ali, spesso rosse, recante in una mano il "merillo" simbolo della sua dignità angelica, nell'altra il rotolo delle Sacre Scritture: la Parola di Dio. Il trono della Sofia riccamente adornato è sostenuto da ben sette colonne "La Sapienza si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne."(Prov. 9, 1). Chiarissima l'allusione alla sua "nuova Dimora" nell'umanità: la Chiesa, la Gerusalemme Celeste. Il tutto è inscritto in una mandorla di luce chiara, che in alcune icone procedendo nello spazio si evolve in luce blu increata. La Sofia è dono di Dio all'umanità perché è porta d'accesso alla contemplazione di Dio.  La Sofia designa la Chiesa, e la Madre di Dio come tramiti dell'intera umanità per la divinizzazione, che però può aver luogo soltanto attraverso il Cristo, da qui la posizione preminente di Gesù benedicente racchiuso nella mandorla di luce increata, sopra la Sofia. Sopra Gesù è rappresentata l'Etimazia, il trono preparato per Cristo nel giorno del Giudizio. Due gruppi, ciascuno di tre angeli, sono in adorazione del Santo Trono del Cristo.
 
La composizione generale dell'Icona è fortemente ispirata ai canoni della Deesis. Ai lati della Sofia in atteggiamento di intercessione, la Tuttasanta Madre di Dio (Panaghia) dipinta in piedi, qualche volta anche con il modulo detto del "segno". Tutta la vita di Maria fu in effetti un continuo incontro tra il visibile corporeo e l'invisibile increato. Da un lato la Santa Vergine vedeva, accarezzava e toccava il Dio fatto uomo, dall'altra parte nel suo animo fu sempre ben impressa la visione spirituale del Lògos. "Se tutta l'umanità è la Sofia, la Chiesa che è l'anima e la coscienza dell'umanità è la Sofia universale. Se la Chiesa dei santi è la Sofia, Maria è colei che intercede per tutte le creature presso il Verbo Divino..., è Sofia per eccellenza."(Pavel Florenskij)
 
Dall'altro lato San Giovanni Battista: il primo testimone dell'Epifania. Il concetto stesso di Epifania è intimamente legato alla Conoscenza di Dio, la Sofia; in greco il termine epiphanein assume il valore semantico di mostrare, cioè rivelare l'essenza stessa e più intima di ciò che è stato creato. Ecco quanto si è rivelato a Giovanni sulla riva del Giordano: gli occhi di una creatura si posarono sul Creatore fattosi creatura, mentre lo spirito di Giovanni contemplava Dio. "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio"(Gv 1,32-34).  La figura stessa di Giovanni è quindi una personificazione del riflesso della Sofia intesa come chiave, porta di accesso, alle realtà invisibili. Ancora una volta ecco la rappresentazione della Sofia; la creatura angelica infuocata che siede in una chiara luce, comprensibile agli occhi delle creature, per progredire via via che ci si muove nello spazio dell'icona in una luce blu, simbolo della luce increata di Dio.
 
L'intera icona è continuamente ispirata ad uno schema trinitario: quattro gruppi di tre figure ciascuna. In alto due gruppi di tre angeli contrassegnano la parte divina dell'Icona (Dio Padre), al centro in modo verticale le tre visioni che colgono, rispettivamente, il Padre, il Lògos, la Sofia intesa come superficie delle cose. In basso le creature, spesso poggiate su una superficie verde, simbolo della terra, in atteggiamento di intercessione: la Santissima Vergine, il Battista e la personificazione della Sofia.
 
Il numero trinitario simboleggia Dio, mentre quattro sono i bracci della croce cui fu attaccato il Dio fattosi uomo, quella stessa croce ove Gesù raccolse la sofferenza dell'intera umanità, ma che a noi ha procurato la salvezza, la divinizzazione, l'unione con Dio. La Sapienza, questo immenso dono di Dio, grande fondamento del Creato, indica la via verso il ponte che porta l'uomo verso l'invisibile, quel ponte costruito sull'abisso stesso della nostra esistenza. Scoprendo Dio, Cirillo, come abbiamo visto, esclamò: "Da questo momento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen". Ecco perché nel centro della cristianità d'Oriente a questa odighitria fu dedicata la più importante chiesa del mondo cristiano, patrocinata, guarda caso, dalla tutta Santa Madre di Dio: l'Odighitria.

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