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martedì 5 novembre 2013

Pussy Riot: L’ex Unione Sovietica rispolvera l’ex Gulag

RUSSIA-RIGHTS-PRISON-MUSIC-PROTEST-RELIGION

 

La Pussy Riot Nadia: “17 ore di lavoro e pestaggi, sono rinchiusa in un Gulag staliniano”

di Monica Ricci Sargentini

da: Corriere.it

Non mangia più Nadia Tolokonnikova, una delle Pussy Riot incarcerate per essersi esibite  nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca con una parodia liturgica di quaranta secondi e una supplica pop alla Vergine: “Liberaci da Putin”. ”E’ l’unica forma di protesta  che mi rimane per non essere annientata” dice in una lettera pubblicata su Internet in cui descrive la vita disumana nella  Colonia Correttiva numero 14 in Mordovia, a circa 400 km da Mosca. Il pensiero corre subito ai Gulag staliniani: diciassette ore al giorno a cucire divise per la polizia, detenute chiuse fuori dalle baracche d’inverno, rancio a base di pane secco e latte annacquato, pestaggi continui, minacce di morte. Il tutto per una paga ridicola:  ”A giugno ho guadagnato 29 rubli (meno di un euro)”, ha scritto Tolokonnikova.

“Lavoriamo dalle sette e mezza del mattino a mezzanotte e mezza – racconta la giovane, madre di una bambina di 5 anni – Non abbiamo più di quattro ore per dormire. Ci danno un giorno libero ogni sei settimane.Le mani sono piene di piaghe e buchi fatti dagli aghi; il tavolo è coperto di sangue, ma tu continui a cucire”.

La lettera è stata spedita anche al comitato d’indagine locale, che ha promesso di far luce sui vari aspetti della vicenda entro un mese. Nadia ha accusato innanzitutto il vice direttore del suo carcere, Iuri Kuprianov, di averla minacciata di morte lo scorso 30 agosto dopo le sue lamentele.  ”Stai tranquilla, tra poco non avrai di questi problemi nell’ aldilà”, le avrebbe detto, secondo quanto riferito dal marito, Piotr Verzilov.

Tolokonnikova, che deve rimanere in prigione fino al prossimo marzo, racconta che a pranzo, cena e colazione le prigioniere ricevono “avena, pane secco, latte annacquato e patate marce”. Per la minima mancanza scatta il divieto di poter utilizzare il cibo inviato dai parenti. I capelli si possono lavare solo una volta a settimana, ma a volte il turno salta perché la pompa dell’acqua non funziona oppure gli scarichi sono otturati. Per la pulizia intima le 800 recluse hanno a disposizione un solo bagno per cinque persone alla volta.

Ma tutto può essere tolto se le autorità decidono di punire le detenute: “Ci può essere il divieto di andare al gabinetto o quello di lavarsi, o quello di entrare nella baracca, anche d’inverno quando fa molto freddo”. Una detenuta si è vista amputare una gamba e le dita di una mano dopo essere rimasta nell’anticamera della camerata, dove non c’è riscaldamento, per un giorno intero. Una prigioniera rom, invece, è stata picchiata a morte un anno fa e il suo decesso è stato attribuito ad un aneurisma. Nadia finora non è stata percossa, perché è troppo famosa. Per lei si sono mobilitate le organizzazioni per i diritti umani e anche alcune star del mondo dello spettacolo, da Madonna a Paul McCartney.

”Esigo che ci trattino come esseri umani, non come schiavi o bestie”, spiega la giovane, che lo scorso febbraio era finita in ospedale per una sorta di stress da carcere.

Il servizio carcerario russo, però, ha respinto le accuse, sostenendo che si tratta di una vendetta dopo che il suo avvocato e suo marito avevano tentato di ottenere per lei migliori condizioni nel campo di lavoro. Nadia Tolokonnikova, 23 anni, Maria Alyokhina, 24, Iekaterina Samutsevich, 22, sono state  arrestate a marzo del 2012 con l’accusa di “teppismo e istigazione all’odio religioso”. Le tre ragazze sono state condannate a due anni di reclusione il 17 agosto 2012.   In appello Samutsevitch è stata scarcerata perché non prese parte alla protesta. Per le altre due sono iniziati i lavori forzati.

In Italia i deputati del Pd Michele Anzaldi e Enzo Amendola (componente della commissione Esteri), hanno annunciato una interrogazione urgente al ministero degli Esteri:

“Il ministro degli Esteri Emma Bonino chieda chiarimenti immediati e rassicurazioni sulla detenzione in un carcere russo della ventitreenne leader della band musicale Pussy Riot, giovane madre di una bambina di 5 anni”.

7 commenti:

  1. Caro padre Marco,
    seguendo il ragionamento del tuo titolo, se sentiamo parlare di pestaggi e privazioni in un carcere italiano (e nella mia esperienza di assistenza carceraria, mi sono effettivamente imbattuto in alcune storie su carceri il cui regime era soprannominato "pane e botte"), dovremmo titolare: "L'ex Impero Fascista rispolvera l'ex Campo di Sterminio". Non so se ti sembra appropriato, ma alle orecchie di un russo di oggi credo che suoni più o meno così.
    Ora, siccome in un blog cristiano ortodosso non credo che tu pubblichi notizie come questa per mera sensibilizzazione alle condizioni carcerarie, vorrei partire da un piccolo errore dell'articolo per evidenziarne il lato più profondamente religioso. La "parodia liturgica" non dura, come scrive l'articolo, "una quarantina di secondi", ma quasi due minuti (http://www.youtube.com/watch?v=GCasuaAczKY). Penso che sia qualcosa di più di una svista, perché magari i giornalisti che hanno fatto questi articoli si saranno persi il ritornello "la merda del Signore" (sren', sren', sren' Gospodnja) o il momento (minuto 1:19 nel video) in cui il patriarca Kirill è gratificato dell'epiteto di "troia" (in russo suka, letteralmente "cagna", ma penso che l'italiano "troia" renda più efficacemente il concetto). Come si può vedere (anzi, sentire), la condanna non è stata per avere chiesto alla Vergine di scacciare Putin: è stata fatta per un oltraggio alla religione punito in diversi paesi, incluso il nostro. Il più severo di tutti è la Germania, dove uno show che derida in questo modo, in un luogo di culto, un leader religioso, è punito con pene di tre anni superiori a quelle comminate in Russia... oops, dovremo titolare "L'ex Terzo Reich rispolvera l'ex Lager"?
    igumeno Ambrogio
    Torino

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  2. Caro padre Ambrogio,

    ho letto attentamente le tue osservazioni, e non concordo praticamente su nulla. L’articolo è stato scelto perché fra i tanti che ho visionato mi è sembrato il più equilibrato.

    Personalmente ritengo che una punizione così spropositata contro una giovane madre sia assolutamente indegna di una paese civile e democratico, che si chiami Russia, Italia o Germania. Il fatto che queste punizioni vengano comunque inflitte in Paesi che si dichiarano civili e democratici non le rende di per sé giuste o accettabili.

    Penso però che il primo dovere di un Cristiano sia perdonare le offese. Tutte le offese, sempre e a chiunque. Non ha forse detto il Signore: “Amate i vostri nemici … Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso”?

    Non credo che le Pussy Riot siano il “nemico”. Sono il prodotto del disagio esistenziale del nostro tempo con il quale dovremo sempre più spesso fare i conti. E non importa se siano stati 40 secondi o quasi due minuti, come tu minuziosamente osservi. Che lo Stato non arrivi a capirlo, posso a fatica comprenderlo; che non ci arrivi la Chiesa, non posso accettarlo.

    Qual è la gravità dell’azione: l’oltraggio alla religione, l’insulto al Patriarca Cirillo o la richiesta alla Vergine di scacciare Putin? Oltraggio alla religione o reato d’opinione? Io non ho su questo la tua ferrea certezza.

    Per contro ho in mente il Signore Gesù Cristo che dice all’adultera “Neanch'io ti condanno; va’ e d'ora in poi non peccare più”.

    Da un Pastore che il Signore ha messo a capo di un gregge a lui così caro come quello della Chiesa russa, di fronte a un tanto esemplare atto di punizione da parte dello Stato ci si sarebbe aspettato un esemplare atto di perdono prima della condanna e non dopo, in quanto il Signore ha detto di perdonare “fino a settanta volte sette”; e ha anche detto: “Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro”.

    E per di più ci si sarebbe aspettato che facesse l'impossibile per convincere Putin, spesso in prima fila alle ufficiature patriarcali, (visti gli ottimi rapporti tra i due non gli sarebbe stato difficile) per non farle condannare.

    Il Patriarca avrebbe dovuto parlare con loro, come fa un buon padre, cercare di capire le ragioni della loro rabbia, che è evidente espressione del loro disagio.

    E, certamente, dovrebbe levare alta la sua voce di sdegno, conoscendo le condizioni disumane a cui la ragazza è stata sottoposta. Anzi, ora se ne sono perse addirittura le tracce, come avrai certamente letto nel nuovo post appena pubblicato.

    Per quanto concerne il titolo, mi pare appropriato, visto che la “Colonia correttiva n. 14” di Saransk, in Mordovia, era un gulag. Ha cambiato nome, ma il trattamento è lo stesso, così come uguale ai bei tempi che furono è il modo di finirci dentro.

    Infine, giornalisticamente parlando, si tratta di un “titolo ad effetto” (tu non li usi?). E, a quanto pare, ha fatto effetto…

    Ieromonaco Marco

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  3. Caro padre Marco,
    credo di poter sopravvivere alla costatazione che non concordi praticamente su nulla delle mie osservazioni. A volte si deve "essere d'accordo di non essere d'accordo" (agree to disagree) ed è un prerequisito del vivere civile. Finché si può continuare a discutere senza ignorarci né maltrattarci, ma anzi leggendoci attentamente l'un l'altro, ben venga.
    La fallacia logica che vedo nella tua linea di ragionamento è la confusione tra l'imputazione giuridica (e la relativa condanna) e le sevizie in carcere. La ragione politica di articoli come questo (ed è una ragione politica molto sottile), è che avendo esaurito gli argomenti sulla liceità dell'accusa e della condanna, adesso si ripresentano gli stessi argomenti con la scusa dell'illiceità delle botte in carcere. Tu stesso, nella risposta che mi dai, insisti su questo aspetto della condanna... non avresti dovuto insistere sulle sevizie?
    Ma, piaccia o non piaccia, il popolo russo a stragrande maggioranza non solo ha ritenuto l'accusa (teppismo) giusta e la condanna (il minimo della pena!) appropriata, ha anche approvato la riscrittura della legge contro le offese religiose che copre proprio questo genere di reati, dando pene ora più severe (pesanti multe), ora più lievi (niente detenzione carceraria).
    Soprattutto, il popolo russo (e anche la Chiesa, salvo poche voci di dissidenza, insolitamente poche in una Chiesa tanto grande) ha anche visto l'intera operazione Pussy Riot come un'immensa macchina propagandistica. Il fatto (riportato dall'articolo) della scarcerazione di Ekaterina Samutsevich non fa che aggiungere elementi a questo sospetto: si è fatta tutto il processo sotto le telecamere... per poi uscire, alla vigilia della sentenza, provando che non era stata presente al fatto, cosa che avrebbe potuto provare fin dal primo giorno. Come la chiameresti tu, questa strategia processuale, se non propaganda mediatica? Anche la sua stessa età è uno strumento di propaganda: è nata nel 1982 (http://en.wikipedia.org/wiki/Yekaterina_Samutsevich)... come fa ad avere (come vorrebbe l'articolo del Corriere) 22 anni? Ma ovviamente, presentare una trentunenne calcolatrice come una ingenua ventiduenne non attira più compassione?
    A te non importano "le mie minuziose osservazioni". Sta bene. Ti dirò che non importerebbero neppure a me, se dietro a questi dettagli non fosse facile vedere un gioco politico, e pure un gioco piuttosto sporco. Dici che "non puoi proprio accettare" che il Patriarcato di Mosca non giunga (bontà tua) alle tue stesse conclusioni? Da parte mia, ti prego di registrare un'analoga perplessità su come un blog ortodosso in Italia debba prestarsi a questi stessi giochi politici.
    Tuo in Cristo,
    igumeno Ambrogio

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  4. Prima parte

    Caro padre Ambrogio,

    sono lieto che tu sia d’accordo nel non essere d’accordo e ti assicuro che certamente anch'io dormirò sonni tranquilli in quanto a ciò. Del resto, sono contrario al pensiero unico.

    Credo anche che parliamo linguaggi diversi.

    Adesso tiri in ballo il “complotto occidentale” contro il popolo russo, mi “accusi” di seguire un ragionamento politico - o per dir meglio - di “dar spago” a quello fatto da altri, mentre tu stesso mi rispondi toccando esclusivamente argomenti politici.

    Io ho solo chiesto che fine ha fatto il PERDONO che ogni Cristiano (chierico o laico che sia) DEVE offrire - e senza condizioni - a chi lo offende. Questo non lo dico io, lo dice il Signore Gesù Cristo. Siamo Cristiani o no?

    Non fu forse il Patriarca Cirillo a reclamare pubblicamente una "punizione esemplare" in una omelia in chiesa? (Visto che ami Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Pussy_Riot 4° capoverso); al contrario, il Primo Ministro Medvedev nel novembre scorso ha dichiarato che era ora di scarcerarle? Strana inversione di ruoli... (http://www.repubblica.it/esteri/2012/11/02/news/medvedev_pussy_riot-45806433/).

    Sottolineo che nella stessa Chiesa russa si sono levate voci autorevoli contro la condanna eccessiva emessa contro le Pussy Riot (sempre Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Pussy_Riot al capitolo “commenti sulla sentenza”), come, una fra tutte, quella di padre Pavel Adelgueïm che difese le Pussy Riot scrivendo sul suo blog: "Queste donne hanno esposto la menzogna della Chiesa ortodossa russa e la sua connessione innaturale con la Federazione russa”.

    Dici che avrei “dovuto insistere sulle sevizie” piuttosto che sulla liceità dell’accusa. Le sevizie non sono forse la conseguenza della condanna? Una condanna giuridicamente spropositata, a cui si aggiunge la condanna morale senza appello, fomentata davanti alla folla urlante, verso chi ha profanato il sacro, e di cui perciò se ne chiede il sangue, abbandonando la misericordia raccomandata dal Signore. Non è poi difficile capire che lo sproposito giuridico viene dall'essere il reato una profanazione, e quindi ci chiediamo se il Cristianesimo deve ritornare a quelle logiche sacrificali, per cui il reo coincide con l'impuro - impuro perché profana il sacro (la maestà sacrale, la maestà sacerdotale, il luogo sacro) e quindi va disprezzato, punito esemplarmente e magari eliminato - tutte logiche che il Misericordioso Fondatore della nostra santa Chiesa ha svelato e condannato, subendone le conseguenze affinché i suoi discepoli "non facessero come i pagani"!

    Continua…

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  5. Seconda parte

    Interessante poi, sempre sul link citato, un paragrafo relativo a Putin, che riporto integralmente perché merita attenzione: “La crescente popolarità del caso giudiziario all'estero, sembra essere una manovra volta a procurare "imbarazzo" al presidente Vladimir Putin, per il possibile danno alla sua immagine pubblica internazionale. Secondo gli osservatori, il leader russo apparirebbe combattuto tra l'auspicio per una soluzione più morbida, che attenui l'esposizione mediatica della sua immagine, e l'esigenza di salvaguardare gli ottimi rapporti con le autorità religiose, non deludendo le aspettative della «sempre più presente e invadente» Chiesa ortodossa russa, irrigidita su posizioni intransigenti di condanna, come quella espressa dalla persona dello stesso patriarca, Cirillo I”.

    Credo che l’autore di questo pensiero abbia fatto centro. La crescente “sinfonia” tra Chiesa e Stato in Russia ha fatto sì che le Pussy Riot fossero consegnate al braccio secolare affinché fosse loro comminata la "punizione esemplare” richiesta pubblicamente, dato che oggi i roghi - fortunatamente - non sono più di moda.

    Voglio riportarti una frase molto eloquente tratta dai Fratelli Karamazov, pronunciata da Ivan Fëdorovic (libro II, cap. V): “Io parto dal presupposto che questa mescolanza di elementi, vale a dire la mescolanza dei principi essenziali della Chiesa e dello Stato, considerati separatamente, andrà avanti in eterno, nonostante il fatto che essa sia impossibile e che non potrà mai condurre a risultati non solo normali, ma persino accettabili, visto che alla base della questione c'è la menzogna. Il compromesso fra lo Stato e la Chiesa in questioni come, per esempio, l'amministrazione della giustizia, è, a mio parere, impossibile nella sua vera essenza”. Non la trovi meravigliosamente chiara?

    La mia risposta precedente alle tue osservazioni voleva introdurre - in quanto monaco e sacerdote - il ragionamento evangelico sul perdono che ci si sarebbe atteso da una Chiesa, e sottolineare la sproporzione tra "delitto" e "castigo" nel caso dello Stato.

    Su questo non hai risposto neanche una parola.

    Considerato però che non ho alcuna intenzione che questa discussione si prolunghi oltremodo, ti informo che per me è chiusa e che non pubblicherò tuoi ulteriori interventi. Mi pare assodato che abbiamo punti di vista differenti.

    Ciascuno è libero di gestire la linea editoriale del proprio blog come meglio crede (sul mio, almeno, è possibile postare commenti).

    Come ho già detto, sono contrario al pensiero unico.

    In Cristo,
    Ieromonaco Marco

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  6. Cari Padri, intervengo nella vostra discussione esprimendo anzitutto il profondo rispetto per le vostre posizioni. Di cose da dire ne avrei molte, nel metodo e nel merito: tuttavia non lo farò. Mi limito invece a citare un fatto, accaduto in val Brembana nel 2008, e ciascuno ne tragga le conclusioni che crede. Cinque giovani - in una notte brava - sono entrati e hanno devastato la chiesa e i locali della comunità copta, profanando anche gli arredi sacri. Questa che riporto è la risposta del vescovo Anba Kirollos di Milano:

    La grazia e la pace del Signore Gesù Cristo siano con tutti voi. Miei cari figli, permettetemi di presentarmi: sono Anba Kirollos Vescovo di Milano della Chiesa Cristiana Copta di San Marco, la quale è sorella della Chiesa Cattolica di San Pietro, fondate entrambe sul sangue del Nostro Signore Gesù Cristo. Speravo di essere con voi oggi, ma mi trovo a Venezia, a motivo della celebrazione della festa di San Marco.

    Carissimi, sono tanto addolorato e non speravo di sentire o vedere quello che è successo. Io non voglio e non accetto alcun risarcimento per i danni subiti, per tre motivi:
    - perché, anche se non mi conoscete, siete miei figli.
    - Perché il valore della perdita è inestimabile, poiché il luogo è luogo di Dio.
    - E quale colpa hanno i vostri genitori per cui debbano sopportare di pagare il
    risarcimento?

    Carissimi,
    al posto del risarcimento io vi prego di confessare al prete della vostra chiesa tutto quello che avete fatto, con cui riceverete il perdono. Per me questo sarà un grande risarcimento. Vi prego di accettare un consiglio: non riunitevi nel fare del male, ma riunitevi nel fare il bene, perché l’età del male è breve, inizia con un filo di lino e finisce con catene di ferro. Io da parte mia vi perdono con tutto il mio cuore.
    Ricordatemi nelle vostre preghiere.
    Con affetto
    Anba Kirollos Vescovo della Chiesa Cristiana Copta

    Leonardo Lazzaro

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  7. Ho letto questa mattina il commento di padre Ambrogio...
    Sono basita! Siccome il loro sfogo è durato due minuti e non quaranta secondi allora è vilipendio alla religione!
    Sono davvero allibita.
    Due o tre anni fa ho letto il libro “Resurrezione” di Tolstoj e pensavo che le descrizioni delle carceri russe fossero ormai lontane nel tempo. Invece pare proprio di no!...
    Perchè padre Ambrogio non si preoccupa di quella donna rom citata dalla Tolokonnikova che è stata picchiata a sangue ed è morta un anno fa???? Lei non ha protestato, è stata solo massacrata di botte.
    Dov’è la misericordia? Dov’è la carità?

    Delle ragazze che protestano, pur avendo fatto una dimostrazione sui generis, vanno in galera (e potrebbe starci se fosse una detenzione civile) e vengono massacrate senza nessuno che le difenda. Certo, hanno fatto vedere due tette... e per ben due minuti!!
    E per questo meritano ciò che stanno passando?

    Se invece di protestare fossero andate a qualche festa serale di uno dei due grandi amici (Putin e Berlusconi) a quest'ora si sarebbero fatte la macchina nuova.
    Ripeto, non ci sono parole.
    Ma si può fare qualcosa davvero per queste ragazze?

    Rosangela Bonardi

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