Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

venerdì 31 gennaio 2014

Visita del Patriarca Ecumenico Bartolomeo alla Cattedrale Sant’Alexander Nevsky

Patriarca

Dal sito del Decanato d'Italia dell'Esarcato

Nel quadro della sua visita a Parigi, mercoledì 29 gennaio 2014 Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I si è recato alla Cattedrale Sant’Alexander Nevsky, dove ha presieduto un Te Deum alla presenza di molti sacerdoti e fedeli dell’Arcivescovado.

Alla fine della celebrazione, Sua Eminenza l’Arcivescovo Job di Telmesso ha fatto omaggio a Sua Santità il Patriarca Ecumenico di un’icona di Sant’Alexander Nevsky e ha pronunciato il seguente discorso:

«Santità , Padre e Maestro,

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

La vostra presenza in mezzo a noi quest’oggi, sotto la cupola dorata di questa magnifica cattedrale di Sant’Alessandro della Neva è fonte di gioia e una grande benedizione per tutti noi .

Il dono della vostra visita alla sede del nostro Arcivescovado costituisce un grande evento per diversi motivi. In primo luogo rende palese il Vostro incessante amore paterno per il Vostro Esarcato patriarcale, a cui è accordata un’ampia autonomia interna. È infatti un rapporto materno e non semplicemente una relazione istituzionale quella che ci lega alla Chiesa Madre. Oggi, noi siamo qui riuniti in famiglia nella Casa del nostro Dio , perché Voi siete per noi tutti il nostro Padre spirituale .

La nostra scelta di rimanere sotto l’omophorion del Patriarca Ecumenico rinnova e prolunga in un certo modo l’antico statuto di esarcato patriarcale di cui si era fregiata l’antica Metropolia di Kiev, madre delle città russe, prima di venir soppressa nel 1687, allorché lo Zar la sottomise alla supervisione spirituale del Patriarca di Mosca e il Patriarca Ecumenico Dionigi IV acconsentì a condizione che essa conservasse la sua autonomia di esarcato patriarcale in riferimento al Patriarca Ecumenico.

La vostra presenza tra noi oggi è inoltre un dono particolare perché ci ricorda in un modo eccezionale il privilegio rappresentato dal fatto di essere ricollegati alla prima cattedra della Chiesa ortodossa, ovvero con il capo del corpo ecclesiale, cosa che non costituisce soltanto un grande onore, ma anche una grande responsabilità se noi vogliamo essere davvero all’altezza della missione eccezionale affidato al nostro Esarcato per quanto concerne le relazioni inter- ortodosse e inter-ecclesiali.

La Vostra visita conferma poi che il nostro rapporto con la fonte inesauribile del ricco patrimonio spirituale della Chiesa ortodossa, che noi abbiamo ricevuto dalla Chiesa Madre, funge da garante della serietà della nostra testimonianza nella società in cui viviamo e che ha grande bisogno di essere illuminata. Su questo punto, è innegabile che il nostro Esarcato può svolgere un ruolo chiave nel costruire ponti tra la nostra matrice ecclesiale bizantina e la nostra eredità spirituale russa, tra la cristianità d’Oriente e quella d’Occidente e infine tra la Tradizione e la Modernità .

Naturalmente, la Vostra presenza è anche una benedizione per me personalmente, perché mi rinforza nella missione che mi è stata assegnata dalla Chiesa Madre sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, una missione alla quale mi consacrerò fedelmente tutti i giorni della mia vita.

Per tutte queste ragioni, nel darvi il benvenuto con noi in questo giorno, rendiamo grazie al Dio tri-unico per la Vostra sollecitudine paterna, incessante e multiforme, esclamando: Osanna nel più alto dei cieli!».

In risposta, Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha tenuto il seguente discorso:

«Eminenze, caro Monsignor Job, Arcivescovo di Telmesso, Eccellenze, carissimi Padri, Signore e Signori, diletti figli nel Signore,

siamo felici di essere di nuovo in mezzo a voi oggi in questa magnifica Cattedrale di Sant’Alexander Nevsky, che costituisce il cuore dell’immigrazione russa, la quale ha continuato a trasformarsi nel corso dei decenni. Per tutto il XX secolo, la sua storia è stata quella dello sradicamento, dell’esilio lontano da una Russia che gli sconvolgimenti politici avevano reso insopportabile. In questo sradicamento, la vostra comunità ha trovato la forza creatrice che gli ha permesso di affrontare le condizioni di una vita in diaspora, attingendo alla fonte di un patrimonio spirituale fatto di liturgia, di speranza e di grazia.

Inoltre, teniamo a salutare in modo particolare il vostro nuovo Arcivescovo, Monsignor Job di Telmesso, nostro Esarca patriarcale, al quale è stata affidata da breve tempo la responsabilità ecclesiale delle nostre comunità di tradizione russa in Europa occidentale. Egli ha tutta la nostra fiducia e siamo certi che saprà troverà le parole e i gesti necessari per rassicurarvi e così affermare sempre e in primo luogo l’unità e la comunione del corpo di Cristo che è la Chiesa.

Abbiamo preso atto delle preoccupazioni espresse da alcuni dei nostri fedeli in una lunga lettera che ci è giunta. L’abbiamo esaminata con la massima attenzione e possiamo informarvi sin d’ora che una risposta vi sarà ufficialmente comunicata nei prossimi giorni.

Il Patriarcato Ecumenico è vicino al vostro Esarcato. Ve lo diciamo e ve lo ripetiamo. È in tutta trasparenza che la Chiesa madre di Costantinopoli ha cura dei suoi fedeli. Innanzitutto è importante proteggere l’integrità del corpo di Cristo. Pertanto l’unità della Chiesa si avvale della diversità dei carismi accordati dallo Spirito Santo. Ognuno vi occupa un posto particolare. L’apostolo Paolo ebbe a scrivere nella prima lettera ai Corinzi: “È l’unico e medesimo Spirito che opera [il dono dei carismi], distribuendoli a ciascuno particolarmente come Egli ritiene” (1 Co 12, 11). Ma tra tutti questi carismi, quello dell’episcopato gioca un ruolo chiave. Meditiamo sulle parole dell’antica preghiera di consacrazione di vescovi quali ci sono state trasmesse da sant’Ippolito di Roma nella sua Tradizione Apostolica: “Accorda, Padre che conosci i cuori, che il tuo servitore, che tu hai scelto per l’episcopato, pasca il tuo santo gregge […] servendoti notte e giorno, che renda propizio il tuo volto e che ti offra i doni della tua santa Chiesa…” (SC 11, 29).

Eminenza, caro Monsignor Job

di nuovo Vi ringraziamo di cuore per questa accoglienza. Preghiamo il Signore che Vi guidi negli inizi del Vostro ministero episcopale. Che lo Spirito del Signore vi accordi il discernimento necessario per far crescere i carismi dei fedeli sui quali avete responsabilità, per la maggior gloria del Dio Trinitario».

Dopo la distribuzione di icone tutti i presenti Sua Santità il Patriarca Ecumenico e il suo seguito ha onorato della sua presenza l’accoglienza preparata dalle Dame della Cattedrale.

Galleria fotografica

Nessun commento:

Posta un commento