Di Robert F. Taft uno dei maggiori liturgisti e storici della Liturgia del nostro tempo
Con un’ammirabile audacia, gli autori francofoni mettono in piazza una teoria in fìeri affinché i critici la discutano prima di riprendere ciò che rimane e sistemarlo per una seconda edizione. Si coprono il fianco chiamando le loro sortite esquisses, jalons, essais. Le pagine seguenti non sono niente più di questo. Non propongono il metodo per studiare la liturgia, nemmeno una metodologia organica, completa. Sono semplicemente alcune riflessioni sul metodo che nel mio lavoro ho trovato fruttuoso. Allo stato presente della situazione metodo logica, tra i professionisti del nostro mestiere, forse non ci si può aspettare di più.
Tuttavia, il metodo comparativo ha qualcosa in comune con lo strutturalismo: entrambi sono modi di rendere intelligibile attraverso la sistematizzazione. Non c’è comunicazione senza chiarezza, non c’è chiarezza senza comprensione, non c’è comprensione senza organizzazione - e organizzazione significa sistema. La linguistica strutturale, ad esempio, tenta di sviluppare sistemi unificati, “ossature di intelligibilità”, come li chiamo, per scoprire la struttura e le leggi fondamentali di come funziona il linguaggio.