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Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

lunedì 10 marzo 2014

Messaggio conclusivo della Sinassi dei Primati delle Chiese Ortodosse

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Tradotto e pubblicato da fosilaron.tumblr.com

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Per grazia di Dio, i Primati delle Sante Chiese Ortodosse Autocefale, ai fedeli ortodossi in tutto il mondo, a tutti i nostri fratelli e sorelle cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà: noi estendiamo la benedizione di Dio e i nostri saluti di amore e pace.

Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. (1Ts 1, 2-3)

  1. Essendo convenuti per grazia del nostro Dio misericordioso, su invito dell’Arcivescovo di Costantinopoli a Patriarca Ecumenico Bartolomeo, al Fanar, da 6 al 9 Marzo 2014; avendo deliberato nell’amore fraterno sui problemi odierni della Santa Chiesa; avendo concelebrato nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio nella gloriosa occasione della Domenica dell’Ortodossia, noi indirizziamo a voi queste parole di amore, pace e consolazione.

    Poiché la nostra Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa Ortodossa è diffusa in tutto il mondo, essa fa esperienza delle sfide di ogni tempo. Fedele alla Santa Tradizione, la Chiesa di Cristo è in costante dialogo con i tempi, soffrendo con l’uomo e condividendone le angosce. Per “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e nei secoli” (Eb 13,8). Le prove e le sfide della storia sono particolarmente difficili nei nostri giorni, e i Cristiani Ortodossi non possono rimanere inerti e indifferenti a queste. Per questo motivo noi ci siamo raccolti “insieme in un luogo” (Atti 2,1) al fine di riflettere su questi problemi e sulle tentazioni rivolte oggi all’umanità. Ci sono “combattimenti all’esterno e paura all’interno” (2Cor 7,5), queste parole apostoliche sono anche valide oggi per la Chiesa.

  2. Riflettendo sulle sofferenze degli uomini di tutto il mondo, noi esprimiamo il nostro supporto per il martirio e la nostra ammirazione per la testimonianza dei Cristiani nel Medio Oriente, in Africa e in ogni parte del mondo. Noi ricordiamo il loro duplice martirio: per la loro fede oltre che per la salvaguardia delle loro relazioni storiche con i popoli di altre confessioni religione. Noi denunciamo la mancanza di pace e stabilità, che sta conducendo i Cristiani all’abbandono della terra dove nostro Signore Gesù Cristo è nato e da dove la Buona Novella si è diffusa nel mondo. La nostra vicinanza si estende a tutte le vittime della tragedia in Siria. Noi condanniamo ogni forma di terrorismo e diffamazione della religione. Il rapimento dei Metropoliti Paolo e Giovanni, di altri sacerdoti come anche delle monache del Convento di Santa Tecla in Maaloula rimane una ferita aperta, e noi domandiamo la loro immediata liberazione. Noi ci appelliamo a tutti i soggetti coinvolti per un’immediata cessazione delle azioni militari, per una liberazione dei rapiti e il ristabilimento della pace nella regione attraverso il dialogo. I Cristiani in Medio Oriente sono un lievito di pace. Pace per tutti i popoli significa anche pace per i Cristiani. Noi sosteniamo il Patriarcato di Antiochia nella sua diakonia spirituale e umanitaria, così come i suoi sforzi per la ricostruzione e il ritorno a casa dei rifugiati.

  3. Noi eleviamo fervide preghiere per negoziati pacifici e la riconciliazione nella crisi che in corso in Ucraina. Noi denunciamo le minacce di violenta occupazione dei sacri monasteri e delle chiese, e preghiamo per il ritorno nella Chiesa dei nostri fratelli che al momento sono fuori dalla comunione ecclesiale.

  4. Una grave minaccia alla giustizia e alla pace – sia localmente che globalmente – è la crisi economica globale. Le ramificazioni di questa sono evidenti in tutti gli strati della società, dove valori come l’integrità della persona, la solidarietà fraterna e la giustizia sono spesso assenti. Le origini della crisi non sono meramente finanziarie. Esse hanno un carattere morale e spirituale. Invece della conformazione agli idoli del potere mondiale, l’avidità e l’edonismo, noi enfatizziamo la nostra vocazione a trasformare il mondo abbracciando i principi di giustizia, pace e amore. A causa dell’egoismo e dell’abuso di potere, molti minano la sacralità della persona umana, trascurando di vedere il volto di Dio nell’ultimo dei nostri fratelli e delle nostre sorelle (cf. Mt 25, 40-45). Molti rimangono indifferenti alla povertà, alla sofferenza e alla violenza che feriscono l’umanità.

  5. La Chiesa è chiamata ad articolare la sua parola profetica. Noi esprimiamo la nostra sincera preoccupazione per le tendenze locali e globali che minano ed erodono i principi della fede, della dignità della persona umana, dell’istituto del matrimonio e del dono della creazione. Noi sottolineiamo l’indiscussa santità della vita umana dall’inizio fino alla morte naturale. Noi riconosciamo il matrimonio come l’unione di un uomo e di una donna che riflette l’unione tra Cristo e la sua Chiesa. La nostra vocazione è di preservare l’ambiente naturale come custodi e non come proprietari della creazione. In questo periodo della Grande Quaresima, noi esortiamo il nostro clero e i laici a osservare uno spirito di penitenza, di esperienza di purezza del cuore, umiltà e perdono, a testimonianza degli insegnamenti senza tempo di nostro Signore Gesù Cristo nella società.

  6. La Sinassi dei Primati è una occasione benedetta per noi per rinsaldare la nostra unità attraverso la comunione e la cooperazione. Noi affermiamo il nostro impegno per la fondamentale importanza della sinodalità per l’unità della Chiesa. Noi affermiamo le parole di San Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli, per cui “il nome della Chiesa significa unità e concordia, non divisione”. Il nostro cuore è concentrato sul tanto atteso Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodosso al fine di testimoniare la sua unità come anche la sua responsabilità e la sua cura per il mondo contemporaneo. La Sinassi ha concordato che i lavori preparatori al Sinodo debbano essere intensificati. Una speciale Commissione inter-ortodossa lavorerà da Settembre 2014 fino alla fine di quest’anno, seguita da una Conferenza Pan-Ortodossa pre-sinodale da convocare nella prima metà del 2015. Tutte le decisioni al Sinodo e nelle fasi preparatorie sono prese per consenso. Il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa sarà convocato dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli nel 2016 a meno che non si verifichi qualcosa di inaspettato. Il Sinodo verrà presieduto dal Patriarca Ecumenico. I suoi fratelli Primati delle altre Chiese Ortodosse Autocefale siederanno alla sua destra e alla sua sinistra.

  7. Inseparabilmente connessa con l’unità è la missione. La Chiesa non vive per se stessa ma è obbligata a testimoniare e condividere i doni di Dio con i vicini e i lontani. Partecipando alla Divina Eucaristia e pregando per l’Ecumene, noi siamo chiamati a continuare questa liturgia dopo la liturgia, condividendo i doni della verità e dell’amore con tutto il genere umano, secondo l’ultimo comandamento e l’assicurazione del Signore: “Andate e fate discepoli da tutte le nazioni… io sarò con voi fino alla fine dei secoli” (Mt 28, 19-20).

  8. Noi viviamo in un mondo dove il multiculturalismo e il pluralismo sono realtà inevitabili, che sono in costante mutamento. Noi siamo consapevoli del fatto che nessuna questione nel nostro tempo può essere considerata risolta senza riferimento alla globalità, che ogni polarizzazione tra il locale e l’ecumenico porta solo alla distorsione del modo di pensare ortodosso. Pertanto, anche di fronte a voci di dissenso, segregazione e divisione, noi siamo determinati a proclamare il messaggio dell’Ortodossia. Noi riconosciamo che il dialogo è sempre meglio del conflitto. Il ritiro e l’isolazionismo non sono mai delle opzioni. Noi riaffermiamo il nostro obbligo a essere in ogni tempo aperti e in contatto con “gli altri”: con gli altri popoli e le altre culture, come anche agli altri cristiani e agli uomini di altre fedi.

  9. Al di là di ogni sfida noi proclamiamo la buona notizia di un Dio che “ha così amato il mondo” che “è venuto a dimorare tra noi”. Per questo noi Ortodossi rimaniamo pieni di speranza. Nonostante tutte le tensioni, noi tuttavia abbiamo il coraggio di sperare nell’onnipotente Dio, che è, che era e che viene” (Ap 1,8). Affinché noi ricordiamo che l’ultima parola – la parola di gioia, amore e vita – viene da Lui, a cui si deve tutta la gloria, l’onore e il culto nei secoli dei secoli. Amen

Fanar, 9 Marzo 2014

+Bartolomeo di Costantinopoli

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+Teofilo di Gerusalemme

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