Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

lunedì 28 aprile 2014

Cacciata la paura della morte, pensiamo all'immortalità

Dal trattato «Sulla morte» di san Cipriano di Cartagine, vescovo e martire
 
Non dobbiamo fare la nostra volontà, ma quella di Dio. E' una grazia che il Signore ci ha insegnato a chiedere ogni giorno nella preghiera. Ma è una contraddizione pregare che si faccia la volontà di Dio, e poi, quando egli ci chiama e ci invita ad uscire da questo mondo, mostrarsi riluttanti ad obbedire al comando della sua volontà! Ci impuntiamo e ci tiriamo indietro come servitori caparbi. Siamo presi da paura e dolore al pensiero di dover comparire davanti al volto di Dio. E alla fine usciamo da questa vita non di buon grado, ma perché costretti e per forza. Pretendiamo poi onori e premi da Dio dopo che lo incontriamo tanto di malavoglia!

mercoledì 23 aprile 2014

Johann Sebastian Bach, Cantata BWV 54 “Widerstehe doch der Sünde”

 
Widerstehe doch der Sünde (Resisti al peccato) BWV 54 è una cantata bellissima, molto particolare e inconsueta nella produzione del grande Kapellmeister Johann Sebastian Bach. Bach compose la cantata per contralto solista a Weimar durante il periodo di permanenza del compositore come organista e poi come Conzertmeister; la prima esecuzione avvenne il 24 marzo 1714. È effettivamente la sua prima cantata composta per una voce solista.
 
Dicevo che è una cantata inconsueta per lo schema formale assai particolare che nella successione di aria con da capo, recitativo e seconda aria affidati al solista, senza parti corali, e nella scrittura virtuosistica mostra indubbiamente l’influsso dell’opera seria e della cantata secolare italiana.

lunedì 7 aprile 2014

Omelia 14 sull’Annunciazione di San Gregorio Palamas

Quando il salmista profeta enumerava le forme della creazione, contemplando in esse la sapienza di Dio, pieno di meraviglia, mentre scriveva, gridò: Come sono magnifiche le tue opere, o Signore; tutto tu hai fatto nella tua sapienza. E per me ora quale parola sarà adeguata all'inno, mentre tento, per quanto mi è possibile, di proclamare la manifestazione nella carne del Verbo, creatore del tutto? Se infatti tutto ciò che esiste trabocca di meraviglia, e se il passaggio dal non essere all'essere è cosa divina e merita di essere celebrata con molti inni, quanto è più mirabile e divino, quanto più merita le nostre lodi il fatto che Dio, e non solo Dio, ma il vero Dio, diventi uno degli esseri e si faccia partecipe della nostra natura, anche se questa non è stata capace o non ha voluto custodire la dignità in cui era stata crea­ta, e per questo giustamente è stata scacciata negli abissi della terra?