Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

mercoledì 29 ottobre 2014

Ebola virale: isterie mediatiche, bufale, complottismi, venditori di paura contagiano il globo

Cominciano ormai a circolare anche in Italia, su vari siti e blogs, farneticanti teorie negazioniste dell'esistenza del virus Ebola ed altrettanto farneticanti teorie complottistiche anti USA. Niente di nuovo, accadde - e accade tuttora - la stessa cosa nei riguardi del virus Hiv. Ho trovato questo articolo del 20 ottobre sulla Stampa che fa un po' il punto della situazione.



maria grazia bruzzone      @mar__bru

Teorie grottesche, cure ridicole, iniziative stravaganti, falsi, burle, cospirazioni. Sul web circola di tutto. Della serie come capitalizzare/strumentalizzare/esorcizzare una paura che cresce.

venerdì 24 ottobre 2014

I principi ispiratori del canto cristiano

Nella Liturgia ogni cosa ha la sua importanza e la sua concreta ragione d'essere. Il canto, assieme ad altri elementi, aiuta la persona ad entrare in un'atmosfera differente, un'atmosfera che, pur essendo in questo mondo, la conduce al di là delle contingenze terrene. Il credente sa che la presenza di Dio non viene mai meno. Infatti la Sacra Scrittura ricorda a più riprese che Dio è Colui che crea e mantiene in vita: "Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra" (Sal 103, 30).

Non è dunque Dio che deve farsi conoscere ma è l'uomo che deve saperlo incontrare. Il problema non sussiste dalla parte divina ma da quella umana. È per questo che la Tradizione della Chiesa insiste sempre sull'attenzione che l'uomo deve porre a se stesso, sulla purificazione del cuore e la lontananza dalle distrazioni. L'apertura della mente ad ogni pensiero vagante rende l'uomo simile al fiore che si esclude dai raggi solari quando china il proprio capo verso terra. Tutti gli elementi simbolici che compongono la Liturgia ricordano indefinitamente che Dio è vicino all'uomo, e lo esortano a sollevare e a detergere lo sguardo del suo spirito.

lunedì 20 ottobre 2014

Laurence Varaut "Maria Skobtsov – Santa Ortodossa vittima del nazismo (1891-1945)"

Dal blog Parlons d'Orthodoxie

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L’editore "Salvator" ha appena rieditato la biografia della beata Madre Maria, apparsa nel 2000 presso "Perrin" e da tempo esaurita, intitolata “Maria Skobtsov – Santa Ortodossa vittima del nazismo (1891-1945), Postfazione di Gabriele Matzneff”.

Presentazione: “Una russa dell’Impero, nata alla fine del XIX secolo, cresciuta nell’intellighenzia di San Pietroburgo, è coinvolta nell’arco di mezzo secolo in tutte le maggiori tragedie europee. Poetessa, attivista politica e sociale al tempo stesso, diventa monaca dopo due matrimoni e tre figli. Resistente eroica nella Parigi dell'Occupazione, muore come martire della fede a Ravensbrück, arrestata dopo aver salvato i bambini del Vel d'Hiv (il Velodromo d’Inverno di Parigi, n.d.r.) nascondendoli nei bidoni della spazzatura.

Canonizzata nel 2004 dal Patriarcato di Costantinopoli, ha lasciato in eredità ai posteri un'opera poetica, spirituale e artistica (era anche iconografa) che incontra un sempre maggiore interesse al di là del mondo ortodosso. Intellettuale e donna d'azione, pittrice e ricamatrice, amorevole e capace di lasciare tutto per una vita monastica atipica (fumava e non amava le preghiere troppo lunghe), ella suscitò controversie e continua a farlo, anche dopo la canonizzazione (ne sappiamo qualcosa… n.d.r.) ... È una figura femminile eccezionale, una santa la cui vita fu piuttosto avventurosa!

Link al video della trasmissione  «L’orthodoxie, ici et maintenant»: Mère Marie SKOBTSOV (1891-1945)

domenica 19 ottobre 2014

Lo staretz Paisij Velickovskij

In: “Messaggero Ortodosso”, Roma, agosto-settembre 1984 nn. 8-9.

   paisyvelichovsky

Lo Staretz Paisij ebbe una parte assai notevole nella rinascita del monachesimo e della vita ascetica in Russia. Egli stesso percorse una lunga via di ricerca spirituale e d’incertezze interiori e nel corso della sua vita, che superò i settanta anni, esercitò la sua influenza in varie località. Forse sono proprio queste peregrinazioni che, come lui, costrinsero altri ricercatori di Dio ad errare da un luogo ad un altro, una prova della decadenza della vita monastica in Russia.

venerdì 10 ottobre 2014

Come pregare a casa (di San Teofane il Recluso)

Affrettatevi, usciti dalla chiesa, ad andare direttamente nella vostra camera, salutate l’icona con alcune prostrazioni chiedendo al Signore di passare devotamente e con utilità per l’anima il tempo che vi si presenta di solitaria permanenza a casa. Bisognerà, quindi, riposare un po’, stando seduti. Non date, tuttavia, la possibilità ai pensieri di distrarsi; pronunciate, bensì, in voi stessi – senza pensare a nulla – le parole: “Signore, pietà! Signore, pietà!”.
 
L'angolo delle icone
 

mercoledì 8 ottobre 2014

Icona della Madre di Dio "Axion Estin"

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Durante il regno degli imperatori Basilio e Costantino Porfirogenito, quando il patriarcato era affidato a San Nicola Chrysoberge (984-995) a poca distanza da Karies, capitale del Monte Athos, in direzione del monastero di Pantokrator, viveva uno ieromonaco virtuoso e il suo giovane discepolo. Un sabato sera l'anziano partì per assistere alla vigilia della celebrazione, come ogni settimana, nel Protaton (la chiesa principale di un monastero, n.d.r.), lasciando solo il suo discepolo.

sabato 4 ottobre 2014

Kosmas d’Etolia: Profezie e Didachè (estratti)

PROFEZIE - BRANI
 
Raramente in un essere umano, si trovano riuniti così tanti carismi e tante virtù come in Kosmas. Principalmente, però, Dio gli diede il dono della profezia. E le lo diede insieme a tutte le altre virtù, per aiutarlo nel suo lavoro di missionario. Oggi possiamo constatare come il carisma della preveggenza fosse forte in lui. Infatti, san Kosmas profetizzò e vide cose di difficile comprensione per la gente del suo tempo.
 
Vide, pur vivendo nel diciottesimo secolo, che gli uomini avrebbero concepito dei mezzi per volare e l’utilizzo di questi in guerra: “Si vedranno volare uomini in cielo come uccelli e butteranno fuoco su altri uomini qui sulla terra, e quelli che sopravvivranno correranno ai cimiteri cercando di trovarvi rifugio gridando: “Uscite dalle tombe voi morti, per far entrare noi vivi” (l’aereo da guerra. La profezia si riferisce all’ultima guerra).