Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

mercoledì 8 ottobre 2014

Icona della Madre di Dio "Axion Estin"

clip_image001

Durante il regno degli imperatori Basilio e Costantino Porfirogenito, quando il patriarcato era affidato a San Nicola Chrysoberge (984-995) a poca distanza da Karies, capitale del Monte Athos, in direzione del monastero di Pantokrator, viveva uno ieromonaco virtuoso e il suo giovane discepolo. Un sabato sera l'anziano partì per assistere alla vigilia della celebrazione, come ogni settimana, nel Protaton (la chiesa principale di un monastero, n.d.r.), lasciando solo il suo discepolo.

Venuta la sera, un monaco sconosciuto, bussò alla porta, presentandosi disse di chiamarsi Gabriele e il discepolo lo accolse per la notte. Essi si ritrovarono all'alba per cantare gli uffici del mattutino nella cappella giusto di fronte all'icona della Madre di Dio. Ma arrivati alla nona ode del Canone, allorché il discepolo intonò l'inno "L’anima mia magnifica il Signore..." secondo l'Irmos di San Cosmas, "Più venerabile dei Cherubini". Lo straniero intonò i versi successivi: "Perché egli ha guardato l'umiltà della sua serva...". Quindi iniziò a cantare qualcosa che il discepolo non aveva mai sentito cantare prima, "Degno è davvero proclamarti, Madre di Dio, sempre beata e tutta immacolata, e Madre del nostro Dio...". Mentre questo inno veniva cantato attorno all'icona della Theotokos di formò un intenso bagliore.

Sorpreso nell'ascoltare questo canto per la prima volta, il discepolo chiese al suo ospite di scriverlo e poiché non trovarono la carta, il monaco incise profondamente e senza difficoltà, con il suo dito, l'inno su una placca di pietra. Il discepolo riconobbe da quel gesto che non aveva di fronte un monaco ordinario, ma l'Arcangelo Gabriele. Poi l'angelo alzando il suo sguardo sul discepolo aggiunse: "A partire da oggi tutti gli ortodossi canteranno così l'inno alla Madre di Dio". Quindi l'angelo scomparve, ma l'icona continuò ancora a lungo ad irradiare luce.

Ascoltando al suo ritorno il racconto di questa apparizione e vedendo la placca incisa, l'anziano comprese che il monaco straniero altri non era che l'Arcangelo Gabriele e andò a far conoscere il miracolo al Protos della Santa Montagna e agli anziani (l’organo di governo della Santa Montagna, n.d. r.). Essi inviarono la placca a Costantinopoli al patriarca Nicola e all'imperatore, affinché l'inno fosse diffuso in tutto il mondo ortodosso, e trasferirono l'icona, davanti alla quale aveva avuto luogo il miracolo, nel Protaton, dove ella siede da allora, dietro l'altare, come Sovrana, Igumena e Protettrice della Santa Montagna.

Questo miracolo ebbe luogo, secondo la tradizione, nel 982. Il racconto dell’evento venne redatto nel 1548 dal protos Seraphim. Di questa icona sono stata fatte numerose copie che vengono venerate nelle chiese russe. Presso Galerna, porto di San Pietroburgo, una chiesa con cinque cupole è stata costruita in onore della Misericordiosa Madre di Dio, ed al suo interno viene ospitata una copia di questa icona miracolosa.

Questa icona dell'Axion Estin è, con quella della Portaitissa, la più celebrata delle icone miracolose del "Giardino della Madre di Dio". Ella è uscita per ben tre volte, per essere venerata dal popolo (1963-1985-1987) e ricevette allora gli stessi onori tributati a un capo di Stato. Il lunedì di Pasqua è portata in processione solenne a Kariès e nei dintorni, al fine di santificare la natura e proteggere gli abitanti da tutti i mali e le calamità.

Nessun commento:

Posta un commento