Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

martedì 30 dicembre 2014

Ci si difende con la croce, non con gli amuleti e gli incantesimi

Parole attualissime di San Giovanni Crisostomo, dalle "Catechesi per i neofiti" 2, 5, in questo tempo di oroscopi, cartomanti, riti scaramantici e - perché no? - anche del dio-sondaggio.
 
Che cosa ne pensi di coloro che ricorrono ad incantesimi ed amuleti oppure si legano alla testa od ai piedi monete di bronzo con l'effigie di Alessandro il Macedone? Ebbene, dimmi: siamo proprio noi che, dopo la croce e la morte del Signore, dobbiamo riporre la nostra speranza di salvezza nell'immagine di un re pagano? Non sei a conoscenza delle opere straordinarie che la croce ha prodotto?

mercoledì 24 dicembre 2014

Messaggio di Natale di Sua Eminenza Job, Arcivescovo di Telmesso, Esarca del Patriarca Ecumenico,

Dal sito del Decanato d'Italia dell'Esarcato

Al clero, ai monaci e ai fedeli
dell’Arcivescovado delle Chiese ortodosse russe in Europa occidentale

Cari Padri, Fratelli e Sorelle amatissimi in Cristo,

anno dopo anno, l’avvicinarsi della festa della Natività di Cristo riempie di gioia i cristiani che si preparano a celebrare degnamente questa solennità. Dobbiamo rallegrarci, perché si è compiuta la profezia di Isaia: oggi, «un bambino è nato per noi, un figlio ci è dato» (Is 9,5). In verità, la festa che oggi celebriamo è la festa del Dio che si dona incarnandosi e umiliandosi per la vita del mondo. Questo è esattamente ciò che l’Apostolo Giovanni il Teologo afferma, dicendo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Senza questo dono sacrificale ricevuto da Dio, l’umanità non sarebbe mai stata in grado né di conoscere veramente Dio né di unirsi a lui per quanto possibile alla natura umana e di avere accesso al Regno celeste.

mercoledì 10 dicembre 2014

San Germano I Patriarca di Costantinopoli (715 - 730)

di Peter Plank, “Der Christliche Osten” 1985 / 1

Quando verso l’anno 725 si scatenò il terribile iconoclasmo nell’Impero bizantino - che doveva durare più di un secolo senza concedere tregua alla Chiesa, al governo, alla nazione e ai cittadini - sedeva sulla cattedra della capitale un uomo che all’inizio di questa lotta fu costretto a cedere dovendo arrendersi davanti al potere dei suoi vigorosi avversari, ma che alla fine vinse grazie al suo comportamento giusto e pio e alla sua fede incrollabile. Le sue potenti preghiere, i suoi pensieri e i suoi lavori non hanno perso fino ad oggi la loro efficacia.

San Germano era un distinto teologo che nelle sue opere si dedicava particolarmente alla venerazione della Santissima Vergine e Madre di Dio. Le sue allocuzioni ai suoi fedeli di quel lontano periodo hanno ancora oggi la forza di edificare colui che le ascolta. I suoi commenti della Divina Liturgia - come egli e la sua Chiesa la celebravano e celebrano ancora oggi - sono rimasti la base delle opere di quasi tutti i teologi ortodossi fino al tempo presente e spiegano ai loro fratelli nella fede il mistero sacro della Divina Liturgia e come avvicinarsi ad esso.