Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

domenica 29 marzo 2015

Quinta domenica dei digiuni: Domenica di santa Maria l’Egiziaca

da A. Schmemann, Great Lent, St. Vladimir’s Seminary Press 1974

Quanto del cammino fin qui percorso abbiamo fatto nostro? Quanta strada abbiamo fatto sulla via della conversione? Tutto ciò che ci riguarda infatti sta per giungere alla fine. D’ora in poi noi seguiamo i discepoli:

“Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro... (e disse loro:) ‘Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà’” (Marco 10, 32-45).

È l’evangelo della quinta domenica. Abbiamo visto come già dalla terza domenica il tono delle liturgie quaresimali sia cambiato. Se durante la prima parte della Quaresima lo sforzo aveva di mira la nostra personale purificazione, ci è dato di capire ora che questa purificazione non è fine a sé stessa, ma ci deve portare alla contemplazione, alla comprensione e all’appropriazione del mistero della croce e della risurrezione. Il significato del nostro sforzo ci è ora rivelato: si tratta di partecipare a quel mistero a cui ci eravamo così assuefatti da darlo per scontato, al punto da dimenticarlo. E mentre siamo alla sequela di Gesù che sale a Gerusalemme insieme con i suoi discepoli, siamo “stupiti e pieni di timore”.

giovedì 26 marzo 2015

I concili ecumenici

Di San Justin Popovic - Da: “Messaggero Ortodosso”, Roma agosto-settembre 1985.
 
L’autocoscienza della Chiesa fondamentalmente è sempre cattolica (sobornaja), poiché sempre è divino-umana. Il Dio-Uomo Gesù Cristo è la sostanza e la garanzia dell’unità e dell’unicità dell’autocoscienza della Chiesa, poiché egli è l’Unico Capo della Chiesa. Tutto nella Chiesa è cattolico (sobornoje): lo spirito, il cuore, la coscienza, la volontà, la vita e la preghiera, ogni sacramento ed ogni virtù santa. Questa “buona notizia” (evangelion), ispirata da Dio, è annunciata dall’Apostolo Paolo: “Noi abbiamo lo spirito del Cristo”.

domenica 22 marzo 2015

9 / 22 marzo: i Quaranta Martiri di Sebaste

92258

La storia dei Quaranta Martiri di Sebaste, in Armenia, ci è giunta attraverso varie fonti omiletiche e letterarie di varie epoche, come san Basilio il Grande, san Gregorio di Nissa, san Gaudenzio di Brescia, sant’Efrem il siro, san Gregorio di Tours, e lo storico Sozomeno.

L’unico documento contemporaneo giunto fino a noi, è il “Testamento” scritto dagli stessi martiri in carcere prima del supplizio che, sebbene considerato attendibile, non dà un grande contributo alla ricostruzione storica della vicenda. E’ possibile ricostruire l’avvenimento raccogliendo e mettendo insieme le informazioni fornite dalle varie fonti.

Quarta domenica dei digiuni: Domenica di san Giovanni Climaco

da A. Schmemann, Great Lent, St. Vladimir’s Seminary Press 1974

Meglio integrate nella Quaresima sono le commemorazioni di san Giovanni Climaco, la quarta domenica, e di santa Maria Egiziaca, la quinta domenica. In questi due santi la Chiesa vede gli araldi e i testimoni massimi dell’ascetismo cristiano: san Giovanni è colui che ha espresso i principi dell’ascetismo nei suoi scritti, santa Maria nella sua vita. La loro commemorazione durante la seconda metà della Quaresima mira evidentemente a incoraggiare e ispirare i credenti impegnati nella lotta mediante lo sforzo spirituale quaresimale. Poiché, però, l’ascetismo è da praticare e non soltanto da commemorare, la commemorazione di questi due santi è in vista del nostro sforzo personale di Quaresima. Consideriamolo come una indicazione generale di quanto la Chiesa desidera che noi facciamo durante la Quaresima: sforzarci di arricchire spiritualmente e intellettualmente il nostro mondo interiore, leggere e meditare su quelle cose che maggiormente ci possono aiutare a ritrovare il nostro mondo interiore e la sua gioia. Di questa gioia, della vera vocazione dell’uomo, quella che si realizza al di dentro e non al di fuori, il “mondo moderno” non ci dà oggi neppure la più pallida idea; eppure, senza questa gioia, senza la comprensione della Quaresima come un viaggio nelle profondità della nostra umanità, la Quaresima perde tutto il suo significato.

giovedì 19 marzo 2015

Dalle Omelie di san Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli

(Prima dell'esilio, PG 52, 427-430)
 
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno
 
Molti marosi e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di essere sommersi, perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il mare, non potrà sgretolare la roccia. S'innalzino pure le onde, non potranno affondare la navicella di Gesù. Cosa, dunque, dovremmo temere? La morte? «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1, 21).

mercoledì 18 marzo 2015

La Comunione quaresimale, il digiuno e la Liturgia dei Doni presantificati

Di P. Alexander Schmemann, da “La Grande Quaresima”

1. I due significati della Comunione

Di tutte le regole liturgiche concernenti la Quaresima, una assume una grande importanza poiché, essendo peculiare all’Ortodossia, la sua comprensione costituisce per molti versi una chiave di lettura di tutta la tradizione liturgica. È la regola che vieta la celebrazione della Divina Liturgia nei giorni feriali della Quaresima. Le rubriche sono chiare: in nessuna circostanza si può celebrare la Divina Liturgia dal lunedì al venerdì durante la Quaresima; unica eccezione, la festa dell’Annunciazione, qualora cada in uno di questi giorni. Al mercoledì e al venerdì, tuttavia, è prescritta, alla sera, una Liturgia di comunione detta Liturgia dei Presantificati.

domenica 15 marzo 2015

Flores d’Arcais, il delirio ateo-laicista e la Vittoria del Crocifisso

flores-d-arcais-democrazia-dio-repubblica

Il quotidiano Repubblica lunedì scorso ha presentato in anteprima il testo di una “lectio magistralis” tenuta da Paolo Flores d’Arcais nell’Aula Magna del rettorato dell’università di Torino. Il titolone di Repubblica era imperioso: “La democrazia deve chiedere l’esilio di Dio”. Le affermazioni contenute nell’articolo sono a dir poco roboanti:

«La sfera pubblica è una e indivisibile, anche e proprio per la ricchezza e la pluralità delle sue articolazioni, che la rendono una complessità circolare di ambiti comunicanti. Se il nomos di Dio è ammissibile in uno di essi non può essere escluso dagli altri. L’alternativa perciò è secca. O l’esilio di Dio dall’intera sfera pubblica, o l’irruzione del Suo volere sovrano — dettato come sharia o altrimenti decifrato — in ogni fibra della vita associata. Aut aut.

Terza domenica di Quaresima: La croce di Cristo, nostra salvezza

Un ottimo testo di S. Teodoro Studita da meditare nella domenica dell’adorazione della santa Croce: “Discorso sull'adorazione della croce”; PG 99, 691-694, 695. 698-699

O dono preziosissimo della croce! Quale splendore appare alla vista! Tutta bellezza e tutta magnificenza. Albero meraviglioso all'occhio e al gusto e non immagine parziale di bene e di male come quello dell'Eden. E' un albero che dona la vita, non la morte, illumina e non ottenebra, apre l'udito al paradiso, non espelle da esso.

Su quel legno sale Cristo, come un re sul carro trionfale. Sconfigge il diavolo padrone della morte e libera il genere umano dalla schiavitù del tiranno. Su quel legno sale il Signore, come un valoroso combattente. Viene ferito in battaglia alle mani, ai piedi e al divino costato. Ma con quel sangue guarisce le nostre lividure, cioè la nostra natura ferita dal serpente velenoso. Prima venimmo uccisi dal legno, ora invece per il legno recuperiamo la vita. Prima fummo ingannati dal legno, ora invece con il legno scacciamo l'astuto serpente. Nuovi e straordinari mutamenti! Al posto della morte ci viene data la vita, invece della corruzione l'immortalità , invece del disonore la gloria. Perciò non senza ragione esclama il santo Apostolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo» (Gal 6, 14).

giovedì 12 marzo 2015

Ancora sulla croce

Ireneo di Lione, Dimostrazione della predicazione apostolica, 31-34
 
L'esempio del Signore crocifisso
 
Non ci si deve mostrare sciocchi tra le vanità, né timorosi tra le avversità. Ivi ci allettano le lusinghe, qui ci aggravano le fatiche Ma poiché la terra è piena della misericordia del Signore (Sal. 32, 5), ovunque ci sostiene la vittoria di Cristo, affinché si adempia la sua parola: Non temete, perché io ho vinto il mondo (Gv. 16, 33). Quando dunque combattiamo, sia contro l'ambizione del mondo, sia contro le brame della carne, sia contro gli strali degli eretici, siamo armati sempre della croce del Signore. E mai ci allontaneremo da questa festa pasquale, se - nella verità sincera - ci asterremo dal fermento dell'antica malizia. Tra tutti i trambusti di questa vita, oppressa da molte passioni, dobbiamo ricordare sempre l'esortazione dell'Apostolo che ci istruisce dicendoci: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.

domenica 8 marzo 2015

Seconda domenica di quaresima – di San Gregorio Palamas

LA VITA

Da: www.gregoriopalamas.it

Palamas1

Gregorio nacque nel 1296 a Costantinopoli da una nobile e ricca famiglia, suo padre, Costantino Palamas, era senatore e membro della corte imperiale. Studiò retorica e filosofia nella scuola superiore della capitale, allora diretta dal filosofo Teodoro Metochita. Il suo biografo, nonché discepolo e amico, Filoteo Kokkinos descrivendo i progressi del giovane Gregorio nella scienza dell'epoca, ci dice che egli concluse i suoi studi di grammatica e retorica nel migliore dei modi, "in maniera tale da essere ammirato grandemente, non solo a parole, ma anche per iscritto da tutti, non esclusi i suoi professori ed altri intellettuali dell'epoca." (F. Kokkinos "Vita di Gregorio Palamas"). Ci dice anche che Gregorio fosse molto avanzato anche negli studi della fisica e della logica, e in genere in tutta la filosofia aristotelica. Sembrava che Gregorio avrebbe avuto una splendida carriera nelle lettere e nell'amministrazione imperiale, invece si rivolse verso la vita ascetica. Divenne chierico e rinunciò agli studi profani. Gli ambienti monastici ai quali Palamas si stava avvicinando consideravano gli studi "ellenici" incompatibili con il loro genere di vita.

giovedì 5 marzo 2015

La Croce: immagine, simbolo, realtà

Il sigillo del Signore in noi
 
Pseudo-Macario, Omelie spirituali, 12, 13-14
 
Cerchiamo di avere, prima d'ogni altra cosa, il marchio ed il sigillo del Signore su di noi; nel giorno del giudizio, infatti, allorché il pastore, dopo aver radunato da tutta la terra ogni tribù della stirpe di Adamo, chiamerà il suo gregge, chiunque avrà il sigillo riconosce suo pastore, così come il pastore riconoscerà quanti siano insigniti di quel marchio, radunandoli da tutte le genti. Infatti, le sue pecorelle ascoltano la sua voce e lo seguono (cf. Gv. 10, 27).

martedì 3 marzo 2015

La Grande Quaresima, il nostro Esilio

Dello Ieromonaco Seraphim (Rose)

“Lungo i fiumi di Babilonia sedevamo, piangendo al ricordo di Sion”.

In queste parole del Salmo quaresimale, noi cristiani ortodossi, il Nuovo Israele, ricordiamo che siamo in esilio. Per gli ortodossi Russi esiliati dalla Santa Russia, il salmo ha un significato particolare; ma tutti i cristiani ortodossi, pure, viviamo in esilio in questo mondo, desiderando di ritornare alla nostra vera casa, il Cielo. Per noi il Grande Digiuno è un tempo di esilio ordinato per noi dalla nostra Madre, la Chiesa, per mantenere fresco in noi il ricordo di Sion, lontano da cui abbiamo finora vagato. Abbiamo meritato il nostro esilio e abbiamo un grande bisogno di esso a causa del nostro grande peccato. Solo attraverso il castigo dell’esilio, che ricordiamo nel digiuno, nella preghiera, e nella penitenza di questo tempo, restiamo memori della nostra Sion.

domenica 1 marzo 2015

Domenica dell’Ortodossia

da A. Schemann, Great Lent, St. Vladimir’s Seminary Press 1974

Ogni domenica di Quaresima ha due temi, due significati. Da una parte, ciascuna domenica appartiene a una serie nella quale si manifestano il ritmo e le “dialettiche” spirituali della Quaresima. Dall’altra, nel corso dello sviluppo storico della Chiesa, quasi ogni singola domenica di Quaresima ha acquistato un secondo tema. Così, nella prima domenica la Chiesa celebra il “Trionfo dell’Ortodossia”, che ricorda la vittoria sull’iconoclastia e il ristabilimento della venerazione delle icone al concilio di Costantinopoli nell’843.

Il legame di questa celebrazione con la Quaresima è puramente storico: il primo trionfo dell’Ortodossia ebbe luogo in questa domenica particolare. Quanto al tema primo ed essenziale delle domeniche di Quaresima, sono in primo luogo le letture della Scrittura che ce lo rivelano. Per comprendere la loro successione, dobbiamo ancora una volta ricordare il legame che esisteva originariamente fra la Quaresima e il battesimo, e cioè il significato della Quaresima come preparazione al battesimo.