del protopresbitero Alexander Schmemann
Relazione letta all'ottava Assemblea Generale di
Syndesmos, Boston, USA, 20 luglio 1971 - Traduzione a cura di
Tradizione Cristiana
I) Esporre insieme – al fine di correlare tra loro – i
termini culto ed età secolarizzata, sembra presupporre che abbiamo
una chiara comprensione di entrambi, che conosciamo la realtà che essi indicano
e che quindi lavoriamo su campi concreti ed esplorati a fondo. Ma è veramente
così? Inizio la mia relazione soprattutto con una domanda perché sono convinto
che, nonostante la generalizzata preoccupazione di oggi sulla “semantica”, vi è
molta confusione circa l’esatto significato dei termini molto utilizzati in
questa discussione.
Non solo tra i cristiani in generale, ma anche tra gli stessi
ortodossi in realtà non esiste alcun consenso, nessuna struttura di riferimento
comunemente accettata, sia riguardo al termine culto che al termine
secolarismo e quindi a maggior ragione il problema della loro
interrelazione. Quindi il mio lavoro è un tentativo non tanto di risolvere il
problema quanto di chiarirlo e di fare questo, se possibile, in una prospettiva
ortodossa coerente. A mio parere, gli ortodossi, quando discutono i problemi
derivanti dalle nostre “situazioni” presenti, li accettano con troppa facilità
nelle loro formulazioni occidentali. Non sembrano rendersi conto che la
Tradizione Ortodossa fornisce anzitutto una possibilità, e quindi una necessità,
di riformulare questi problemi, di collocarli in un contesto in cui l’assenza o
la deformazione nella mente religiosa occidentale potrebbe essere stata la
radice di tante delle nostre moderne “impasse”. E per come la vedo io, da
nessuna parte questo compito è più urgente che nella gamma di problemi legati al
secolarismo e propri della nostra cosiddetta età secolare.