Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

giovedì 30 giugno 2016

Enciclica del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa (Creta 2016)

Dal sito del Decanato d'Italia dell’Esarcato

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Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Un inno di grazie rendiamo a Dio, adorato nella Trinità, che ci ha degnato di riunirci durante i giorni di Pentecoste sull’isola di Creta, santificata dall’Apostolo delle Genti Paolo e dal suo discepolo Tito, “vero figlio nella fede comune”  (Tit. 1,4), e ispirati dallo Spirito Santo, abbiamo condotto a termine i lavori del Santo e Grande Sinodo della nostra Chiesa Ortodossa, convocato da Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con unanime parere dei Beatissimi Primati delle Santissime Chiese Ortodosse, a gloria del Suo nome benedetto e per il bene del popolo di Dio e di tutto il mondo, confessando insieme col divino Paolo: “Ognuno ci consideri ministri di Cristo e annunciatori dei misteri di Dio” (1 Cor. 4, 1).

mercoledì 29 giugno 2016

Messaggio del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa

Dal sito del Decanato d'Italia dell’Esarcato

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Al popolo Ortodosso

e ad ogni uomo di buona volontà

Inneggiamo e glorifichiamo  Dio “pietoso e di ogni supplica”, poiché ci ha degnato di riunirci nella settimana di Pentecoste (18-26 Giugno 2016) a Creta, dove l’Apostolo Paolo ed il suo discepolo Tito annunciarono il Vangelo nei primi anni di vita della Chiesa. Ringraziamo il Dio Trino, poiché ha avuto la benevolenza che portassimo a termine unanimi i lavori del Santo e Grande Sinodo dell’Ortodossia, che è stato convocato dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il parere concorde dei Primati delle Chiese Ortodosse Autocefale locali.

Seguendo fedelmente l’esempio degli Apostoli e dei Padri Teofori abbiamo di nuovo ancora meditato il Vangelo di libertà “nel quale Cristo ci ha liberati” (Gal. 5, 1). Fondamento delle nostre ricerche teologiche  è stata la certezza che la Chiesa non vive per se stessa. Comunica la testimonianza del Vangelo di grazia e verità e offre a tutto il mondo i doni di Dio: l’amore, la pace, la giustizia, la riconciliazione, la forza della Croce e della Resurrezione, l’attesa dell’eternità.

sabato 25 giugno 2016

Come diventare monaco oggi in occidente?

Uno scritto arguto e profondo su cui molti monaci (e aspiranti tali) dovrebbero riflettere seriamente… a cominciare da me. Anche se, grazie a Dio, non ho la smania di fondare monasteri né di convincere qualcuno a diventare monaco. 

Del protopresbitero Alexander Schmemann - Tratto da “The Journals of Father Alexander Schmemann 1973-1983”, pubblicato da St. Vladimir Seminary Press, Crestwood, NY - Traduzione a cura di Tradizione Cristiana

Un giorno abba Antonio pregava nella sua cella e giunse una voce dal cielo che gli disse: «Antonio, non sei ancora arrivato al grado di santità del tal ciabattino di Alessandria». L’anziano si alzò di buon mattino, prese il suo bastone di palma e andò a trovarlo. Entrò, l’abbracciò, sedette accanto a lui e gli disse: «Fratello, dimmi quello che fai». Quello rispose: «Non so che cosa faccio di buono, abba. Semplicemente, al mattino, quando mi alzo e mi metto al lavoro, mi dico che tutti gli abitanti di questa città, dal più piccolo al più grande, entreranno nel regno a motivo delle loro opere di giustizia; io solo riceverò il castigo per i miei peccati. E di nuovo, la sera, prima di addormentarmi, mi ripeto la stessa cosa». A queste parole l’anziano disse: «In verità come un buon orafo che sta a lavorare in pace a casa sua, hai ereditato il regno dei cieli; io invece non ho discernimento anche se dimoro sempre nel deserto e non ti ho raggiunto» [1].

giovedì 23 giugno 2016

«L'assenza di Mosca? Non è decisiva»

L'intervista all'archimandrita Evangelos Yfantidis, vicario generale dell’arcidiocesi ortodossa di Italia e Malta su Avvenire

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L’archimandrita Evangelos Yfantidis, vicario generale dell’arcidiocesi ortodossa di Italia e Malta, guarda con speranza all’evento di Creta e non nasconde il disappunto quando gli ricordiamo quelle “debolezze” del Concilio o Sinodo (sulla corretta definizione ci sono diverse scuole di pensiero) in corso, che secondo diversi osservatori ne ridimensionano di molto la portata.

mercoledì 22 giugno 2016

9 / 22 giugno: San Columba di Iona (Naomh Colmcille)

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Columba di Iona, in gaelico irlandese Colum Cille o Colmcille (che significa "colomba della Chiesa" - (Gartan, 7 dicembre 521 – Iona, 9 giugno 597), fu uno dei più importanti monaci irlandesi che introdussero il Cristianesimo in Scozia nell'Alto Medioevo. Il giorno della sua festa è il 9 giugno e con san Patrizio (festeggiato il 17 marzo) e santa Brigida d'Irlanda (festeggiata il 1° febbraio) è uno dei santi patroni dell'Irlanda. Oltre che a Iona, san Columba è molto venerato nella comunità irlandese che porta il suo nome, Glencolumbkille ("Vallata di Columba" dal gaelico irlandese), nella penisola di Slieve League.

lunedì 20 giugno 2016

Foto del Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa che si tiene a Creta

Un evento storico. Foto di Smilen Markov

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Lo Spirito Santo

Tratto da: Padre Alexander Schmemann, D’eau et d’Esprit.

La teologia definisce lo Spirito Santo come la Terza Persona della Trinità; nel Credo lo professiamo come procedente dal Padre; l’Evangelo ci dice che Egli è inviato da Cristo per essere il Consolatore, per guidarci “alla verità tutta intera” (Giovanni 16, 13) e per unirci a Cristo e al Padre. Cominciamo ogni servizio liturgico con una preghiera allo Spirito  Santo, invocandolo come “Re del cielo, Consolatore, Spirito di verità, colui che è presente ovunque e tutto riempie, Tesoro di beni e datore di vita”. San Serafino di Sarov descrive tutta la vita cristiana come “l’acquisizione dello Spirito  Santo”. San Paolo definisce il Regno di Dio come “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Romani 14, 17). Noi diciamo che i santi sono i portatori dello Spirito Santo e vogliamo che la nostra vita sia spirituale, cioè, ispirata dallo Spirito.

In verità, lo Spirito Santo è nel cuore della Rivelazione Divina e della vita cristiana. Eppure quando vogliamo parlare di Lui, ci è estremamente difficile trovare le parole giuste – così difficile che per molti cristiani l’insegnamento della Chiesa sullo Spirito Santo come una persona ha perso ogni significato concreto, esistenziale, in modo che Lo percepiscono come un potere divino: non come Lui o Tu, ma come un divino Quello. Anche la teologia, pur mantenendo ovviamente la dottrina classica delle Tre Persone divine quando parla di Dio, preferisce, quando tratta della Chiesa e della vita cristiana, parlare di grazia e non di conoscenza ed esperienza personale dello Spirito Santo.

domenica 19 giugno 2016

Pentecoste, festa della discesa dello Spirito Santo

di p. Alexander Schmemann Tratto da: “Celebration of Faith” Sermons, Vol. 2 “The Church Year”, 1994. Traduzione di Tradizione Cristiana.

“La festa della discesa dello Spirito Santo”. Pronuncio queste parole che conosco sin dalla mia infanzia e mentre le pronuncio mi colpiscono come se le sentissi per la prima volta. Sì, sin dal tempo in cui ero bambino ho saputo che 10 giorni dopo l’Ascensione, cioè 50 giorni dopo Pasqua, i Cristiani, da tempi immemorabili, celebravano e continuano a celebrare la discesa dello Spirito Santo durante una festa conosciuta col suo nome ecclesiale come Pentecoste o, più comunemente, come “Trinità”, il giorno della Trinità.

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sabato 18 giugno 2016

La commemorazione dei defunti

di san Giovanni di Kronstadt, da: La mia Vita in Cristo

                                                               Panikhída per i defunti e benedizione dei kolivi

La santa Chiesa Ortodossa, come una madre attenta, innalza preghiere ogni giorno, in ogni ufficio divino, per tutti i suoi figli partiti nel paese dell’eternità. Ecco come: all’ufficio di mezzanotte vengono letti i tropari e le preghiere per i defunti, e si fa memoria di loro nell’ektenia finale. Lo stesso alle compiete. Ai mattutini e ai vespri, durante l’ektenia chiamata “ardente”: “Abbi pietà di noi, o Dio…”. Nel corso della divina Liturgia sono commemorati tre volte: alla protesi, all’ektenia dopo l’Evangelo e dopo la santificazione dei doni, al momento dell’inno: “È veramente degno…”.

Sabato che precede la santa Pentecoste

Il sabato prima della santa Pentecoste, facciamo memoria di tutti coloro che sin dall'antichità sono piamente morti, nella speranza della resurrezione di vita eterna.

Colloca, o Cristo Sovrano, nelle tende dei tuoi giusti, le anime di quanti ci hanno preceduto nel riposo, e abbi pietà di noi, tu che solo sei immortale. Amen.

venerdì 17 giugno 2016

La Sinassi dei Primati Ortodossi a Creta

La Sinassi dei Primati prima del Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa che si tiene a Creta.

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Si spera che anche i “riottosi” assenti si rendano conto dell’errore che stanno commettendo.

mercoledì 15 giugno 2016

Davide, un arpista biblico

di Marianne Gubri (Vedi nota in calce) - Estratto dall'articolo "Il simbolismo dell’arpa nelle immagini dal Medio Evo al Seicento".
 
Le prime raffigurazioni del Medioevo che rappresentano il Re Davide lo associano all’arpa in qualità di autore dei Salmi. Si tratta in realtà di un’invenzione medievale, legata ad una erronea traduzione della Bibbia, che ha permesso di creare un nuovo tema iconografico e musicale. Le ultime ricerche tendono in effetti a dimostrare che l’arpa non è realmente esistita nel mondo ebraico, ma che lo strumento a corde utilizzato per accompagnare danze e canti sacri (kinnor) fosse più apparentato alla famiglia delle lire.
 
Questa attualizzazione non è del resto unica nel periodo medievale se pensiamo per esempio che un simile errore di interpretazione ha affermato che durante il suo martirio Santa Cecilia fosse accompagnata da canti e da strumenti (in particolare l’organo), mentre in realtà i riferimenti musicali non sono presenti nel testo originale. Allo stesso modo, il mitico Orfeo, suonatore della lira nel mondo greco, ha visto il suo strumento trasformarsi in ‘lira da braccio’ nel corso del Quattrocento, facendo di uno strumento di origini popolari simile alla viella il simbolo del pastore antico e presto dei poeti rinascimentali.

domenica 12 giugno 2016

Domenica dei santi Padri del I Concilio Ecumenico: il sinassario

Questa settima domenica dopo Pasqua, celebriamo il primo Concilio Ecumenico di Nicea, dove si riunirono i trecentodiciotto padri teofori.

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Stelle risplendenti del cielo spirituale, illuminate la mia anima del vostro chiarore. Avendo separato il Figlio dall’essere del Padre, alla gloria di Dio Ario sia straniero!

giovedì 9 giugno 2016

Chi c’è dietro alle assurde difficoltà che alcune Chiese prospettano per il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa?

Dell’Archimandrita del Trono Ecumenico Athenagoras Fasiolo

Da: Ortodossia.it

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Lunedì 6 Giugno, a dieci giorni della apertura del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa, il Patriarcato Ecumenico ha dovuto convocare un Santo Sinodo Endemousa a Costantinopoli (ossia di tutti i vescovi canonici in quel momento presenti a Costantinopoli) per ricordare alle Chiese la loro responsabilità davanti al mondo relativamente alla riuscita del Sinodo. “Essere all’altezza delle circostanze” dice il comunicato redatto dalla Segreteria del Sinodo. E in questo messaggio si riscontra tutta la tristezza e la agonia del Santo Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, che durante tutta la sua lunga presenza alla guida del Primo Trono dell’Ortodossia, ha lavorato, ha faticato, ha pregato per l’unità delle Sante Chiese Ortodosse attraverso la “sinodalità”, e ha lavorato, faticato, pregato per il dialogo teologico con le altre Chiese e Comunità Cristiane e quindi con ogni uomo di buona volontà, con il mondo e con la scienza.

L’Ascensione del Signore

Del protopresbitero Alexander Schmemann - da “Celebration of Faith”, Sermons, Vol. 2 “The Church Year”, 1994. Traduzione a cura di Tradizione Cristiana


Ascensione… C’è un brivido di gioia in questo stesso termine, che lancia una sfida alle cosiddette “leggi della natura”, le leggi perpetue che attirano verso il basso, che spingono verso il basso, queste leggi della gravità che concatenano, che pesano, che fanno cadere. Qui, per contrasto, tutto non è che leggerezza, altezza, ed elevazione infinita verso il sempre più su. L’Ascensione del Signore è celebrata 40 giorni dopo Pasqua, il giovedì della 6ª settimana dopo la festa della Risurrezione di Cristo. Il mercoledì, la vigilia, è celebrato ciò che nella pratica della Chiesa viene chiamato il “congedo della festa di Pasqua”, ossia l’“arrivederci” alla festa di Pasqua.

mercoledì 8 giugno 2016

Che cosa ha lasciato la festa di Pasqua nelle nostre anime?

di San Giovanni di Kronstadt
E così, la Festa delle feste è passata da noi: e le Porte Regali nel tempio del Signore sono state chiuse, e le ufficiature non sono più trionfanti come lo erano state durante la Santa Settimana. Che cosa ha lasciato allora, fratelli, questa festa nelle nostre anime? Vedete, le feste cristiane non passano davanti a noi, una dopo l’altra, solo per lasciare le nostre anime oziose, ma al fine di scaricare da noi le preoccupazioni e le cose della vita, per dirla in un altro modo: il Signore ci provvede le feste, in modo che possiamo temporaneamente mettere da parte i pensieri, riguardo noi stessi, con il loro gioire e soffrire, con ciò che è mondano, terreno, pronto a passare; ma, invece, possiamo meditare, riguardo al nostro interesse, cioè sulla gioia di ciò che è celeste ed eterno. È stato anche e proprio per questo motivo, che ci è stata data la Festa che è appena passata.