Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

domenica 25 dicembre 2016

Messaggio Patriarcale per il Natale 2016

1-281

+ B A R TO L O M E O
PER MISERICORDIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE
DA CRISTO SALVATORE NATO A BETLEMME

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“Il farsi uomo di Cristo, per me è un’altra creazione”

Amati Fratelli e Figli prediletti nel Signore,

Inneggiamo e glorifichiamo il Dio Trino, che ci ha resi degni anche quest’anno di giungere alla grande festa della Nascita secondo la carne, nella “piccola Betlemme” del Figlio e Verbo di Dio Padre.

Festeggia ricolma di gioia la Santa Chiesa, il cui Cristo incarnato “ha assunto la carne” , costituendola “mondo del mondo” . Sobbalza per le divine benedizioni non solo l’intero genere umano, ma “tutta la creazione”. “Tutto l’universo è oggi ricolmo di gioia. Cristo è nato dalla Vergine”.

In antitesi al “principio immutabile” degli Antichi, il nostro Dio è di per se stesso una comunione d’amore e si muove nel tempo in modo amorevole verso l’uomo ed il mondo. “In questo sta l’amore, non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi” .

Il Verbo pre-eterno del Padre, che ha dato all’uomo l’“essere”, gli offre con il Suo farsi uomo il “ben essere”. Questa è la nostra Festa, questo festeggiamo oggi, l’apparizione di Dio agli uomini, affinché noi morissimo per Dio, o ritornassimo…affinché deposto l’uomo vecchio, rivestiamo il nuovo e come moriremo in Adamo, così vivremo in Cristo, compartecipi e co-crocifissi e consepolti e co-risorti con Cristo . Per ogni uomo che viene al mondo è più aperta la via verso la Divinizzazione per grazia. Siamo tutti “ricettivi di Dio”. “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.”

Purtroppo il Vangelo di Natale viene proclamato ancora di nuovo in un mondo, dove echeggia il rumore delle armi, dove viene praticata la violenza non provocata a scapito di persone e popoli, dove signoreggia diseguaglianza e ingiustizia sociale. Intollerabile è la situazione in cui si trovano innumerevoli bambini, vittime di conflitti bellici, di situazioni confuse, di sfruttamenti vari, di persecuzioni e discriminazioni, di fame e povertà e di privazioni dolorose.

Durante il passato Aprile, abbiamo avuto la occasione, col Santissimo Papa di Roma Francesco e col Beatissimo Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronimos di constatare con i nostri occhi a Lesbo le vicissitudini dei profughi e dei migranti e particolarmente i problemi acuti dei bambini tribolati, vittime innocenti e indifese della violenza bellica, delle discriminazioni raziali e religiose e della ingiustizia, il cui numero aumenta continuamente.

La festa del Verbo di Dio che si è fatto bambino per noi, il Cristo bambino, il cui sterminio viene ricercato dal potere mondano, secondo l’Evangelista Matteo , è un richiamo ed un appello a prendere cura dei bambini, a proteggere queste vittime vulnerabili e a rispettare la sacralità della infanzia.

I fanciulli e le loro anime sensibili sono minacciate ovviamente anche nei paesi del mondo sviluppati economicamente e più stabili politicamente, per la grande crisi del matrimonio e della famiglia, per le varie interferenze e per l’esercizio della violenza fisica e psichica. L’anima infantile viene alterata dalla influenza deleteria dei mezzi elettronici e particolarmente dalla televisione e da internet nella loro vita e per il cambiamento radicale dell’ambiente comunicativo. Il puro economismo li trasforma presto in consumatori e l’eudemonismo fa sparire il fretta la innocenza infantile.

Alla luce di tali pericoli, il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa, indirizzandosi “con particolare amore e tenerezza” ai fanciulli ed ai giovani, riporta nella Sua Enciclica quanto segue: “Nella pentola delle molteplici definizioni sulla identità dell’infanzia, la nostra Santissima Chiesa presenta le parole del Signore: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” (Mt. 18.3) e “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà” (Lc. 18.17), come anche quanto il nostro Salvatore ha detto per coloro i quali “impediscono” (Lc. 18.16) che i fanciulli si avvicinino a Lui e per coloro i quali “scandalizzano” (Mt. 18.6).

Il mistero del Natale è condensato nelle parole del Kontakion della Festa “per noi è nato, bambino nuovo, il Dio pre-eterno”. Il Dio Verbo come bambino ed il bambino come Dio, si rivela agli uomini con un “cuore puro” e con la semplicità del bambino. I fanciulli comprendono verità, che “i saggi ed i sapienti” non possono raggiungere. “Dai bambini soltanto costruirai Gerusalemme”, sottolinea Odisseas Elitis nel “Da vicino”.

Fratelli e Figli nel Signore,

Indirizziamo un appello a tutti, a rispettare la identità e la sacralità dell’infanzia. Davanti alla crisi migratoria mondiale, che intacca soprattutto i diritti dei fanciulli, davanti al flagello della mortalità infantile, del lavoro minorile, delle lesioni fisiche e della violenza psicologica, ma anche dei pericoli dell’alterazione dell’animo infantile a causa della loro esposizione incontrollata alla influenza degli attuali mezzi elettronici di comunicazione e della loro completa sottomissione al consumismo, proclamiamo il 2017 Anno di protezione della sacralità della infanzia, chiamando tutti a riconoscere e a rispettare i diritti e l’integrità dei bambini.

Come viene accentuato in un altro importante testo del Santo e Grande Concilio, la Chiesa di Cristo, “con la sua parola mira prima di tutto non a giudicare e a condannare il mondo (cfr. Gv. 3,17 e 12, 47), ma ad offrirgli come guida, il Vangelo del Regno di Dio, la speranza e certezza che il male, sotto qualsiasi forma, non ha l’ultima parola nella storia e non deve essere lasciato a dirigere il suo cammino” .

Adorando con umiltà e compunzione il nostro Salvatore, il quale ci ha visitato dall’alto e inneggiando con canti ispirati la grandezza della Divina Economia per noi, piegando le ginocchia davanti alla Santissima Madre di Dio che tiene in sé il bimbo, rivolgiamo dall’infaticabile Fanar il saluto festoso “Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro”, a tutti i vicini ed i lontani figli della Chiesa di Costantinopoli ed inviamo loro gli auguri paterni e la nostra benedizione Patriarcale .

“Rafforzati dalla grazia che è in Cristo Gesù” combattiamo tutti in concordia, fede e amore sincero, la buona lotta della nuova vita nella Chiesa, osservando quanto ci ha ordinato il Signore, che è con noi “tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

Natale 2016

Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
fervente intercessore presso Dio di tutti voi

1 commento:

  1. Grazie Patriarca Bartolomeo!!!

    rileggerò spesso questo tuo messaggio di Natale e cercherò di divulgarlo.

    Rosangela

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